Vauro e il Brasiliano «mostro perfetto». L’amicizia dopo la lite in tv, poi la ricaduta: «Ha fallito, ho fallito»
«Ha colpito con violenza una ragazza. Il Brasile è tornato in carcere. Non è bastato lo “spunto”, non è bastato il suo impegno a cambiare. Ha fallito, io ho fallito. Il mostro è dietro le sbarre al suo posto». Vauro Senesi ha pubblicato un lungo messaggio dopo la notizia dell’arresto di Massimilano Minnocci, conosciuto a Roma come Er Brasiliano. L’uomo è stato portato in carcere per aver preso a bastonate la fidanzata dopo aver assunto cocaina e alcol. Il vignettista lo aveva conosciuto in tv durante una puntata di Dritto e rovescio. Avevano litigato, i toni si erano alzati e più tardi il Brasiliano in un programma radiofonico lo aveva minacciato dicendo «gli strappo il cuore a morsi». Vauro ripercorre quella vicenda spiegando come dopo di allora tra i due fosse nato un rapporto, anche grazie all’impegno di entrambi. «Se vorrai strapparmi il cuore a morsi potrai farlo, se invece vorrai che parliamo parleremo», scrisse in una lettere il disegnatore. «Lui muscoloso, con un occhio orbo, coperto di tatuaggi raffiguranti Hitler e Mussolini che sbraitava slogan fascisti e minacciava una giornalista… Il mostro perfetto», scrive ancora, «perfetto per talk dove è redditizio esibire mostri, addirittura fomentarli ed aizzarli perché i mostri fanno share e in fondo costano pure poco. Pensai che fosse un mostro troppo perfetto. Pensai che i veri mostri non sono necessariamente grossi e brutti, che forse i veri mostri ci possono anche somigliare».
Il primo incontro lontano dai riflettori
Ci fu quindi un incontro, il primo, tra il vignettista e Er Brasiliano: «Ci incontrammo lontano dalle telecamere e parlammo. Non incontrai Il Brasiliano, incontrai Massimiliano. Massimiliano mi disse che voleva cambiare e che io gli avevo dato uno “spunto” – usò proprio questo termine – per provare a farlo. Ne nacque un rapporto. Un bel rapporto. Coprì i tatuaggi Di Hitler e Mussolini cancellandoli. Aveva quasi entusiasmo nel tentare nuove e diverse esperienze. Mi convinse ad andare con lui ad offrire cibo ai senza tetto nella zona della stazione, ad organizzare un incontro con i detenuti di Rebibbia, che facemmo».
Le dipendenze
«Quando pranzavamo assieme non toccava né vino né caffè per timore di stimolare i suoi problemi di dipendenza», ricorda Senesi. Ma questa non è una storia a lieto fine. Lo scrive anche all’inizio del suo messaggio: «Il Brasiliano ha spaccato un braccio alla sua ragazza con un bastone. Non c’è alcuna giustificazione per un atto così brutale e violento. Non ci sono giustificazioni di ordine sociologico né di ordine psicologico né, tantomeno, è una giustificazione il fatto che, pare, fosse sotto effetto di alcool e droghe». E tutto è forse cominciato diversi mesi fa. «Più di un anno fa mi telefonò alle due di notte piangendo. Gli chiesi cosa gli fosse successo. “Mi sono fatto di nuovo, io so solo fare danni” mi rispose tra i singhiozzi. “Sei su un filo Massimiliano, puoi cadere una volta ma non di più altrimenti non ti rialzerai” gli dissi», prosegue il racconto Vauro, concludendo amaramente «è caduto da quel filo. Malamente».