In Evidenza ENISiriaUSA
CULTURA & SPETTACOLOGiorgiaMusicaSkySuoni e VisioniTvX Factor

X Factor 2024, le pagelle finali: bene Mimì e Patagarri, ma la vera vincitrice è Giorgia

06 Dicembre 2024 - 07:58 Gabriele Fazio
x factor vincitrice mimì pagelle manuel agnelli
x factor vincitrice mimì pagelle manuel agnelli
Simpatia, signorilità, vivace spregiudicatezza nel lanciarsi in un ruolo non suo e non facile

L’edizione 2024 di X Factor è stata la più seguita da anni, il tutto non è dovuto di certo ad un improvviso rinnovato interesse per uno show che, per quanto ben strutturato e ben proposto (forse il migliore show in assoluto della tv italiana), tende a ripetersi in una liturgia che fa sempre più fatica ad appassionare. Ci spingeremmo a dire che in realtà, Mimì a parte, che giustamente si porta a casa la vittoria, come ampiamente pronosticabile fin dalla prima selezione, non è che quest’anno il cast esplodesse di particolari talenti. Va bene la proposta cantautorale di Francamente, va bene il mezzo sorriso strappato da Patagarri e Punkcake, per il resto molto fumo, dovuto alle sempre più esagerate e fuorvianti messe in scena scenografiche, e pochissimo arrosto.

Le pagelle della giuria di X Factor 2024

Se la giuria ha funzionato, hanno funzionato decisamente meno le assegnazioni della giuria, Paola Iezzi (anello debole del gruppo, voto 5) punta sul pop commerciale che lei stessa propone come artista e infatti perde tutti i suoi artisti «senza passare dal Via». Achille Lauro (voto 6) trascina la sua squadra ben oltre il dovuto, forte di personalità forti, come la sua e quella del personaggio del giovane triste Lorenzo Salvetti. Per quanto ci riguarda non avrebbe nessun titolo per fare da mentore, o guida, nemmeno forse spalla, a nessun musicista degno di questo nome, ma perlomeno fa trama, fa tormentoni, agita acque altrimenti desolate. Manuel Agnelli (voto 6,5) vince il suo primo X Factor, non abbiamo capito la necessità di provare in tutti i modi ad ostacolare il percorso di Mimì, portandola, compreso l’inedito, compreso soprattutto l’inedito, in strade musicali che non ha senso farle percorrere, ma perlomeno trattasi di personaggio autorevole. Jake La Furia (voto 7) è stata la nota di colore, quello che meglio ha capito che si trovava davanti ad una telecamera e le telecamere elemosinano vitalità, quella che è mancata negli ultimi anni (o era del tipo sbagliato) e che lui ha riportato al tavolo. Ma la vera vincitrice di questa edizione è sicuramente Giorgia (voto 10), che non solo ha confermato ciò che nell’ambiente della musica tutti le riconoscono: simpatia, signorilità, vivace spregiudicatezza nel lanciarsi in un ruolo non suo e non facile, ma soprattutto è riuscita a non perdere mai, nemmeno un secondo, lo status di Giorgia, ovvero, Mina a parte, che non si fa vedere da diversi decenni, la migliore interprete italiana in assoluto e senza ombra di dubbio. Il che ha influito nella drammaturgia del format, in lei i ragazzi hanno trovato un porto che più che sicuro, era credibile.

Mimì – Voto: 9

Aldilà dei sorrisoni sbronzi provocati dai Patagarri, che Mimì fosse destinata a vincere questa edizione di X Factor lo avevano intuito tutti già dopo la prima esibizione delle selezioni, perlomeno chi è dotato di un apparato uditivo degno di questo nome. Mimì rischia di essere il più importante talento mai passato da un palco dove qualcuno con un pizzichino di talento è passato, persone che oggi riempiono stadi e fanno tour in tutto il mondo. Mimì è oltre, senza dubbio, è già pronta per quel salto lì. Certo, un salto, anche quando si hanno muscoli d’acciaio e coraggio galoppante, è sempre un salto, qualcosa che può andare storto. E lo diciamo: andrà storto se Mimì guarderà solo al mercato, avrà fretta di diventare qualcosa che piaccia di più. Il soul in Italia vende pochino, inutile prendersi in giro, ma lei va forte in quello, va forte su sound sui quali può fare surfare un vocione che ha dell’incredibile, non solo in termini di entità, ma anche di controllo e tecnica. Per farla breve: non vogliamo più vedere associati i nomi di Mimì e di Madame, l’inedito è davvero una cosa brutta brutta brutta. Mimì non è artista da stadi o palazzetti, è un’artista da club, da musica seria.

I Patagarri – Voto: 7,5

Non hanno vinto e ci sta, ma un voto alto sti ragazzi se lo meritano. Hanno rappresentato quei pochi attimi di vitalità dello show, ci hanno intrattenuti e, contemporaneamente, si saranno garantiti matrimoni da qui al 2032. Parliamo di matrimoni non per sminuire il progetto musicalmente più avanzato di questa e chissà quante altre edizioni, ma perché discograficamente in Italia ciò che fanno non lo ascolta nessuno.

Lorenzo Salvetti – Voto: 5

L’unico che forse avrebbe avuto senso portare fuori dalla sua soporifera comfort zone, è stato imbalsamato lì senza alcuna pietà. Incastrato tra Baglioni e Cocciante, in quell’espressione greve nonostante la giovane età, puntando più alla narrazione televisiva che a quella essenzialmente musicale. Ma il suo giudice era Achille Lauro, che con questa tattica è arrivato a convincere qualcuno che poteva fare il giudice a X Factor. Ma stavolta è andata male, perché Achille Lauro con la musica (vabbè, si fa per dire…) che propone si regala totalmente ai desideri, specie i più malsani, del pubblico. Quello che propone Salvetti invece in più di un’occasione ci ha stesi dalla noia. Parliamo pur sempre di televisione eh…

Les Votives – Voto: 5

Se l’esperienza non ci inganna, non ne sentiremo parlare mai più. In passato sono spariti dai radar artisti concreti, che sul palco di X Factor avevano portato del materiale musicale di tutta rilevanza, materuriale anche potenzialmente vendibile. Loro non solo si inseriscono nella lista, lunga quest’anno, di concorrenti che propongono roba che in Italia non va, ma la fanno anche piuttosto maluccio, forti di una buona immagine ma di una scarsissima esperienza. Anche l’inedito è poca roba, nessuna delle esibizioni ci è rimasta in testa, fatichiamo anche a ricordarcene qualcuna, una, cominciamo anche a dimenticare loro come sono fatti in faccia, stanno velocemente svanendo dalla nostra memoria. Ancora qualche ora e a chi ci chiederà dei Les Votives risponderemo: «chi?».

Articoli di CULTURA & SPETTACOLO più letti
leggi anche