Caldo record 2023, la spiegazione degli scienziati: «Minore la capacità della Terra di riflettere i raggi solari». Ecco perché
Il 2023 è passato alla storia come l’anno più caldo di sempre. Il suo record verrà quasi certamente superato dal 2024, ma nel corso di quei 12 mesi molte sono state le domande degli scienziati su quali possano essere state le cause di un riscaldamento così repentino. Il cambiamento climatico dovuto alle attività umane è la ragione principale, e un importante contributo è giunto da El Niño. Ma i valori del 2023 sono andati talmente fuori scala che gli scienziati hanno temuto di aver commesso errori nei modelli climatici. Uno studio pubblicato sulla rivista Science il 5 dicembre aggiunge un altro elemento alla somma: nel 2023 la Terra ha riflettuto i raggi solari molto meno del solito. In termini tecnici: l’albedo planetario è stato bassissimo.
Riscaldamento globale ed El Niño, ma non solo
Il 2023 è stato di 1,5°C più caldo rispetto alla media del periodo preindustriale. Il riscaldamento globale antropogenico ed El Niño – un fenomeno climatico ciclico che comporta un notevole aumento della temperatura dei mari – hanno rivestito il ruolo più importante. Secondo lo studio, ad essi e a fattori minori come l’aumento dell’attività solare e le eruzioni vulcaniche si devono 1,3 degli 1,5 gradi di riscaldamento. Ma – prosegue la ricerca – 0,2°C di riscaldamento sono invece dovuti alla ridotta capacità della Terra di riflettere nello spazio i raggi solari, che nel 2023 è stata una delle più basse di sempre.
La fusione dei ghiacciai
Dunque, a cosa si deve il basso albedo del 2023? In parte alla fusione dei ghiacciai (e quindi al riscaldamento globale). Man mano che il ghiaccio fonde, infatti, rimane esposto ciò che c’è sotto di esso. Ovvero nella maggior parte dei casi il grigio della roccia o il blu scuro degli oceani. Entrambi riflettono molta meno luce del candido ghiaccio e per questo quando vengono colpiti dai raggi solari assorbono calore molto velocemente. Si tratta a tutti gli effetti di un circolo vizioso che si autoalimenta.
Le navi inquinano meno, ma il pianeta si scalda di più
A contribuire è stata poi la minor presenza di nuvole a bassa quota. Specialmente alle medie latitudini e ai tropici. Non essendoci, non hanno potuto schermare la terra dai raggi solari. Gli autori dello studio avanzano alcune ipotesi sulla ragione di questa assenza. Si potrebbe trattare di un fenomeno del tutto naturale; oppure potrebbe essere legata al cambiamento climatico, anche se attualmente non è chiaro come. Quella più strutturata invece riguarda la riduzione del particolato atmosferico dovuta agli sforzi per utilizzare carburanti più puliti, soprattutto nelle navi, come sostengono da tempo numerosi climatologi tra cui Luca Lombroso, per lungo tempo meteorologo di fiducia di Che Tempo Che Fa. Meno polveri sottili fanno bene ai polmoni, ma lasciano anche passare più luce solare.