Il piano B della Rai per Sanremo: un Festival itinerante in giro per l’Italia
Ai piani alti della Rai ritengono la sentenza del Tar della Liguria che impone al comune di Sanremo di mettere a gara l’uso del marchio «Festival della canzone italiana» un’azione di disturbo. «A chi può interessare svenarsi per impostare da zero un Festival?», è il ragionamento secondo il Corriere della Sera. «Noi abbiamo una macchina già rodata: il nostro battage pubblicitario parte mesi e mesi prima». Viale Mazzini prepara il ricorso al Consiglio di Stato. Ma intanto se uscirà il bando la tv pubblica parteciperà. Anche perché Sanremo potrebbe ritagliarlo su misura dell’azienda: «E noi, oltre al Festival, abbiamo fatto l’Eurovision Song Contest a Torino, partendo da zero».
Il marchio
Il marchio registrato che rischia di finire a gara è «Festival della canzone italiana»: «Siamo sicuri che chi vincesse, resterebbe a Sanremo, dove si paga un mucchio di soldi per usare un teatro piccolo, ci si arrangia in strutture fatiscenti e per arrivarci si deve pure passare da Nizza?», è uno dei ragionamenti dei dirigenti. Sanremo senza la Rai il festival rischierebbe di perderlo. Mentre se la tv pubblica perdesse il marchio «un Festival di canzoni lo potrebbe organizzare davvero ovunque. Con il nostro format potremmo anche farlo itinerante, sfruttando le migliori strutture. E magari facendoci pagare dagli enti locali interessati, anziché pagare noi». A presentarsi contro il comune è stata la società Je con 13 dipendenti. Dal 1951 al 1991 il Comune si è organizzato il Festival da solo e la Rai l’ha solo trasmesso.
Patrimonio culturale
Mentre resta in piedi la tesi di dichiarare Sanremo «patrimonio culturale» per legge. Per poi attribuire l’organizzazione in esclusiva alla tv pubblica. Ma il Tar ligure lo ha già escluso sostenendo che il comune non ha i requisiti necessari.