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«Ha portato qualcosa a scuola ed è stato scoperto»: l’ipotesi sulla morte di Valerio S. al Collatino

valerio s. morto collatino suicidio oggetto scuola
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Le voci dei vicini e quella di una compagna di classe: «Non ne sono sicura, non ricordo bene ma qualcosa potrebbe essere successo».

Un rimprovero a scuola per un oggetto che non avrebbe dovuto portare da casa. Questa è una delle ipotesi che avrebbero portato Valerio S., il bambino di 11 anni, a buttarsi di sotto da casa sua in via Iginio Giordani al Collatino. L’edizione romana di Repubblica ne parla precisando che ieri la polizia è entrata nella scuola svizzera di Roma in via Nomentana che il ragazzino frequentava. L’insegnante che si occupa della gestione dei rapporti tra gli alunni ha parlato con gli agenti insieme al direttore della didattica e al prorettore. E una compagna di classe, che ha rivelato: «Forse Vale aveva portato un oggetto a scuola, la scorsa mattina, ed era stato scoperto. Non ne sono sicura, non ricordo bene ma qualcosa potrebbe essere successo».

Istigazione al suicidio

L’inchiesta della procura di Roma ha ipotizzato il reato di istigazione al suicidio. Il dirigente scolastico ha escluso il bullismo, sostenendo che il bambino fosse ben ambientato in classe. Ma nella scuola internazionale negli ultimi tempi si erano verificati alcuni episodi sospetti. Alcuni degli alunni avevano infatti infastidito quelli dell’istituto confinante, il San Leone Magno. Il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini ha ascoltato i genitori Matteo e Silvia. La baby sitter era stata ascoltata il giorno prima. Era in casa perché seguiva la sorella: «Valerio è andato in camera sua. Ho sentito rumori, poi più nulla». I vicini di casa dicono che al bambino «non mancava nulla in casa, la sua era una bella famiglia. Giocava a pallanuoto. Qui lo abbiamo visto crescere».

Andate altrove a chiedere

E c’è chi invece punta proprio sulla scuola. «Andate altrove a chiedere, andate a scuola. Era appena venuto da scuola e si è buttato. Non so se è normale. A casa non gli mancava niente», è la frase che ripetono in molti. Le persone più vicine alla famiglia puntano il dito proprio contro la scuola.

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