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Operazione Equilibrio: «Così la Russia ha influenzato le elezioni in Romania»

romania elezioni annullate georgescu russia
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I soldi dall'estero. Gli influencer assoldati per la campagna elettorale. «L'attore statale» che ha agito secondo i servizi segreti. I due canali Telegram, le geolocalizzazioni diversificate, gli account inattivi dal 2016

Non era mai successo in un paese della Nato che un voto venisse cancellato per le «azioni ibride e aggressive di un paese straniero». Ma l’inspiegabile exploit di Calin Georgescu alle elezioni politiche in Romania ha infranto questo record. Ammiratore di Vladimir Putin e Donald Trump, ha raccolto il 22,9% grazie alla spinta di TikTok. Che secondo i giudici rumeni è stata finanziata da Mosca. Ora protestano tre partiti di estrema destra. E la conservatrice candidata anti-sistema pro-Ue. Elena Lasconi, che grazie al 19,1% del primo turno, avrebbe conteso domani 8 dicembre la presidenza a Georgescu. E che ha accusato i giudici di «colpo di Stato» e le istituzioni romene di aver «calpestato la democrazia». Lo stesso Georgescu ha lanciato l’accusa di «golpe». Ma entrambi rischiano di uscire di scena.

Operazione Equilibrio

L’operazione denominata Equilibrio, racconta oggi Repubblica, prevedeva l’arrivo di denaro dall’estero con modalità di pagamento specifiche per evitare i controlli. E poi il coinvolgimento di influencer e non di bot. Con messaggi mirati per intervenire su specifiche fasce di elettori. Secondo l’intelligence romena ad agire è stato «un attore statale». E tutti pensano alla Russia di Putin. Una prova generale per le altre elezioni europee. L’indagine ruota intorno a una serie di account su TikTok che hanno promosso la candidatura di Georgescu. Per una cifra superiore ai 400 mila euro. «Certamente la crescita degli account oggetto della nostra investigazione non è stata organica», hanno spiegato i servizi rumeni. «Non poteva farlo una brava agenzia di marketing», è il ragionamento. Usando non bot ma account certificati. E questa è un’altra grande novità.

Non bot ma account certificati

Gli account certificati ed esterni hanno operato in modo discreto. Tra questi, sempre secondo i servizi romeni, Bogdan Peschir. Ovvero un programmatore romeno proprietario del canale “Bogpr”. Sui suoi conti in tre mesi è transitato un milione di euro. Che lui ha ammesso di aver usato per donazioni al sindacato. Con lui un’altra dozzina di personaggi noti sul web. Contattati da una società di sudafricana che si occupa di marketing on line. I pagamenti di circa mille euro arrivavano attraverso la monetizzazione di Instagram e TikTok. Agli atti dell’indagine anche due canali, uno su Telegram e uno su Discord. Tutti i video venivano pubblicati con geolocalizzazioni diversificate, per evitare di dare nell’occhio. E ci sono anche 85 mila tentativi di hackeraggio del voto online. Alcuni degli account utilizzati erano inattivi dal 2016. Dal 24 ottobre un account ha effettuato pagamenti per 381 mila dollari.

Il reporter

Il Corriere della Sera parla con Victor Ilie, l’autore di una serie di inchieste giornalistiche che hanno identificato la pioggia di finanziamenti russi a siti, giornali e influencer romeni. «Ho avuto la prima soffiata nel 2022: ho avuto accesso a documenti sui copiosi versamenti russi che arrivavano regolarmente a una tv romena che però non pagava i dipendenti. I soldi venivano versati da AdNow, una società di pubblicità digitale legata al Cremlino», dice. Dopo la pubblicazione della prima puntata della sua inchiesta sulla rivista Snoop è stato minacciato di morte. «Non capisci che sappiamo tutto di te?» gli ha intimato un boss dell’organizzazione «Tracia Unita» che sostiene Georgescu. Un totale di due milioni di euro sono stati indirizzati tra 2016 e 2024 da AdNow ai siti web di reti televisive come Rtv e Realitatea Plus. L’azienda ha il suo quartier generale a Londra in un palazzo che ospita altre società legate al Cremlino. Tra cui Bunelu Ltd, collegata a Tracia Unita di Georgescu.

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