Beppe Grillo sconfitto due volte: il Movimento 5 Stelle lo «elimina» dallo Statuto
Nonostante la richiesta di ripetizione del voto e l’invito all’astensionismo per non raggiungere il quorum, Beppe Grillo subisce un’ulteriore sconfitta di fronte agli iscritti del Movimento 5 Stelle e a Giuseppe Conte. Con un’affluenza del 64,90%, per un totale di 58.029 votanti, il Si per l’eliminazione del ruolo del Garante vince con un risultato schiacciante di 46.747 voti. Il ruolo rappresentato dal comico genovese, con questo risultato, viene meno, rendendo il partito più indipendente dal suo fondatore, così come viene confermata l’abrogazione dello storico limite dei due mandati. Grillo perde anche nella sfida dell’astensionismo: oltre all’aumento dei votanti, gli astenuti risultano poco più del 3%, rispetto al 7% circa del voto di novembre.
La dichiarazione di Conte
Il leader del M5s, a seguito del risultato del voto, commenta l’esito della sua vittoria: «Il Movimento 5 Stelle ha rivotato. Ha rivotato in massa: quorum ampiamente superato con una partecipazione addirittura più alta di due settimane fa. Questa è l’onda dirompente di una Comunità che non conosce limiti e ostacoli, in cui tutti contano davvero. Ora si volta pagina. Il Movimento si rifonda sulle indicazioni arrivate con Nova dagli iscritti. Andiamo avanti con grande forza, con l’orgoglio di quel che abbiamo fatto, ma lo sguardo fisso nel futuro. Abbiamo una passione immensa e tante battaglie da fare tutti insieme per cambiare il Paese. Ho delle cose molto importanti da dirvi, domani dalle 16.00 ci vediamo qui in diretta. Scrivete nei commenti le vostre domande, domani proverò a rispondervi. Viva il Movimento!».
La risposta di Beppe Grillo
Citando il film The Truman Show con Jim Carrey, Beppe Grillo pubblica in tarda serata l’iconica scena del saluto finale con il suo volto al posto di quello del comico americano: «Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte».
Le polemiche sul quorum
Secondo Danilo Toninelli, i risultati del primo voto «sono stati condizionati da scelte manipolate da chi ha creato questa assemblea costituente. Gli iscritti da 170 mila sono stati ridotti a 90 mila e, di conseguenza, si è deciso di cancellare un numero che avrebbe garantito una maggioranza diversa per raggiungere il quorum». Il 5 dicembre, primo giorno della ripetizione del voto, l’ex ministro esorta gli iscritti a far cadere il quorum per dare ragione a Grillo: «Oggi è giusto NON VOTARE per cercare, in tutti i modi, di salvare il MoVimento 5 Stelle”».
Un invito al non voto per il quale Grillo venne criticato a fine novembre da Marco Travaglio: «Fa un furto di democrazia per fottere il cittadino! Belìn, si denuncerà e si manderà affanculo da solo! Dài, diamogli una mano. Tutti insieme al mio via: tre, due, uno, vaffanculo!». Una critica fondata sulle parole dello stesso Grillo in un post del 2021: «Il quorum è un furto di democrazia. Un modo costituzionale per fottere il cittadino. Le porte del Palazzo devono rimanere chiuse. È inammissibile che chi ricopre una carica pubblica inviti la gente a non andare a votare, andrebbe denunciato».