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Un italiano su due teme una nuova guerra mondiale: i boomer tremano, ma la Gen Z è più indifferente – I dati

08 Dicembre 2024 - 11:41 Ugo Milano
guerra israele gaza operazione jabalia campo profughi
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Il 47% esprime preoccupazione per l’uso di armi avanzate, temendo effetti devastanti sulle popolazioni civili, mentre il 44% manifesta indifferenza

Sentimenti contrastanti che vanno dall’angoscia e preoccupazione al distacco e all’indifferenza caratterizzano la percezione degli italiani sulle guerre internazionali in corso. Il ritratto è quello di una società profondamente polarizzata, dove l’età, la saturazione informativa e la distanza geografica giocano un ruolo cruciale nel plasmare atteggiamenti e opinioni. La guerra in Ucraina, con le sue ripercussioni economiche, energetiche e di sicurezza globale, ha avuto un impatto significativo anche sull’Italia, impegnata a sostenere Kiev attraverso la Nato e l’Unione europea. Un impegno, però, non privo di contraccolpi: una parte consistente della popolazione teme un’escalation del conflitto e lamenta le ricadute economiche che le sanzioni e gli aiuti comportano. Secondo i dati di un sondaggio di Euromedia Research riportato da La Stampa, fin dall’inizio della guerra, la metà degli italiani è contraria all’invio di armi a Volodymyr Zelenskyj. Allo stesso tempo, una percentuale non trascurabile degli italiani, soprattutto tra i giovani, sembra immune a queste preoccupazioni, mostrando un atteggiamento di distacco o ottimismo, forse figlio di una distanza fisica e emotiva dai luoghi della guerra. Ma circa un italiano su due (48%) teme che quanto sta accadendo nelle zone di guerra del mondo stia andando nella direzione di una nuova guerra mondiale.

Le differenze generazionali

I dati dipingono un’Italia spaccata: il 47% degli intervistati esprime preoccupazione per l’uso di armi avanzate, temendo effetti devastanti sulle popolazioni civili, mentre il 44% manifesta indifferenza o un senso di disconnessione. Tra i giovani della Generazione Z, questa indifferenza raggiunge il picco del 76,2%, segno di una generazione apparentemente disillusa o anestetizzata da un flusso continuo di notizie sensazionalistiche e frammentarie. Al contrario, gli over 65 si rivelano i più preoccupati, con il 52,3% che teme un aggravarsi della situazione geopolitica. Le differenze generazionali non sono l’unico elemento di frattura. Un sentimento critico verso le politiche occidentali emerge con forza anche nell’ultimo rapporto Censis: il 66,3% degli italiani vede negli Stati Uniti e – più in generale – nell’Occidente una responsabilità primaria per i conflitti attuali. Scetticismo che si riflette anche nella bassa approvazione per l’aumento delle spese militari richiesto dalla Nato, accettato solo dal 31,6% della popolazione.

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