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Esplosione stabilimento Eni di Calenzano, quattro anni fa l’avvertimento: «Rischio elevato di incidente, se scoppia si spacca l’Italia»

09 Dicembre 2024 - 15:24 Ugo Milano
esplosione calenzano
esplosione calenzano
La cooperativa Medicina Democratica aveva lanciato l'allarme sui fumi tossici nel 2020. Lo scorso anno l'Arpat ha controllato lo stabilimento senza richiedere interventi

Il deposito petrolifero nella raffineria di Calenzano che oggi è stato teatro di una violenta esplosione che ha provocato morti e feriti era ad alto rischio d’incidente. A dare l’allarme nel 2020 era stata la cooperativa Medicina Democratica. «Se avvenisse un incidente rilevante, incendio o esplosione, sarebbe tagliata in due l’Italia, oltre ai danni prioritari per persone e lavoratori», aveva scritto l’ente. Il deposito di Calenzano, a metà strada tra Prato e Firenze, si trova infatti in un’area particolarmente delicata. A pochi metri c’è un centro commerciale da un lato e un centro abitato dall’altro. È vicinissimo all’autostrada, alla ferrovia e non lontano dall’aeroporto del capoluogo di regione.

I fumi tossici

Il dottor Maurizio Marchi, della sezione di Livorno, aveva evidenziato quattro anni fa che a Calenzano, «grandi quantità di vapori si diffondono in atmosfera durante le operazioni di carico, travaso, prelievo dei carburanti, avvertibili come cattivi odori ma più propriamente sono sostanze tossiche per gli esseri viventi. Ricordiamoci che tra i comuni di Calenzano, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio sono coinvolte oltre 100 mila persone in queste emissioni tossiche. Sono state valutate in quantità/qualità ed effetti sulla salute?».

L’eccesso di mortalità vicino al deposito di Calenzano

Inoltre, Marchi evidenziava una probabile assenza di doppio fondo nei depositi, con conseguenti perdite di idrocarburi che con il passare del tempo possono inquinare la falda acquifera. Alla luce di ciò, il medico si spingeva a suggerire una correlazione tra la raffineria e l’eccesso di mortalità della zona che la ospita. «Spiccano la mortalità in eccesso sia a Calenzano che a Sesto Fiorentino per malattie dell’apparato respiratorio, mentre la mortalità per tumore del polmone è in eccesso sulla Toscana. E Calenzano è il terzo comune più colpito tra i quattro esaminati».

Il controllo dell’Arpat

170 mila metri quadri e 160 mila tonnellate di combustibili che grazie ai condotti comunicano direttamente con la raffineria di Livorno. Secondo il sindaco di Calenzano, nel 2020, Alessio Biagioli, presentavano un rischio di incidente «molto remoto». A dargli ragione l’Arpa della Toscana, che lo scorso anno aveva effettuato controlli in nove dei 25 impianti della Toscana considerate a rischio rilevante di incidente (RIR). E lo stabilimento di Calenzano era l’unico a cui non erano stati richiesti ulteriori interventi di messa in sicurezza.

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