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«Hello World», il nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari: «Presentiamo un lato inedito del gruppo» – L’intervista

09 Dicembre 2024 - 13:47 Gabriele Fazio
«Non c’è strategia, a noi piace fare pezzi pop per indole, perché piace anche a noi 6 stare a cantare quasi da ubriachi una canzone sotto il palco», racconta la band a Open

Hello World è il settimo album dei Pinguini Tattici Nucleari e probabilmente il più complesso della loro carriera. C’entra il carico di responsabilità che grava sulle spalle della band bergamasca, chiamata a confermare il successo stratosferico vissuto da Ringo Starr in poi: quando il clamore della loro musica nel circuito indie, che emanava gli ultimi respiri, si è propagandato in quello mainstream. E poi è arrivato Fake News, due anni fa, album che hanno portato in tour prima negli stadi e poi nei palazzetti, con un milione di biglietti che sono stati praticamente polverizzati. Un successo che deriva dalla capacità di raccontare un’intera generazione con intimità e onestà. «Non c’è strategia – spiegano a Open -, a noi piace fare pezzi pop per indole, perché piace anche a noi sei stare a cantare quasi da ubriachi una canzone sotto il palco… Questa cosa è fondamentale, e i pezzi in quel caso devono arrivare quasi subito. Dall’altra parte, ci sono canzoni come Migliore (la canzone dedicata a Giulia Tramontano, ndr), Piccola volpe, che hanno bisogno di un po’ più di tempo…ma niente è ricercato o costruito, ci sono solo delle anime diverse. Non a caso siamo in sei, ci confrontiamo costantemente su tutto e questo si sente». Quello dei Pinguini Tattici Nucleari non è un successo legato agli stream, ai dati dentro uno schermo: è un successo autentico. Una grande quantità di persone alle quali piace specchiare la propria vita nelle loro canzoni, probabilmente il massimo che un artista possa raggiungere, da sognare non c’è nient’altro. O forse si: «Il nostro sogno comune – svelano – è di mantenere questa cosa e farla durare, che forse sembra banale ma è probabilmente la cosa più difficile. Riuscire a fare un passo lungo, guardando l’orizzonte e stare ancora qui a fare della musica».

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