M5s, cosa farà Beppe Grillo dopo la sconfitta: la causa sul simbolo e le liste di grillini per sabotare il Campo Largo
La battaglia inizia ora. L’uscita di scena di Beppe Grillo in pieno stile Truman Show dopo la doppia sconfitta nel voto per l’Assemblea Costituente non è che l’inizio di uno scontro. Di cui i 46.747 vaffa (dopo quello del Fatto e di Marco Travaglio) sono il «preludio». D’altro canto l’ormai ex Garante la sconfitta l’aveva già in qualche modo prefigurata nel video in cui provava a chiedere ai militanti di astenersi. «Oz ha preso più voti ora che alle Europee», è la battuta che adesso i retroscena dei giornali attribuiscono al co-fondatore del Movimento 5 Stelle nei confronti di Giuseppe Conte. Intanto, spiega il Corriere della Sera, l’entourage è pronto per un blitz a Roma. Mentre lui potrebbe commentare i risultati in un nuovo video. Ma c’è anche l’ipotesi delle liste locali di disturbo. E lo spettro di una terza votazione online.
«Adesso mi riprendo il simbolo»
Il primo fronte sarà quello legale. «Adesso mi riprendo il simbolo», ha fatto sapere Grillo. C’è anche un’altra strada però. Quella dell’azzeramento del voto che ha incoronato Conte nel 2022. Dove però Beppe potrebbe mandare avanti uno degli aventi diritto al voto. Sarebbe in ogni caso un primo passo. Mentre per la guerra del simbolo nelle scorse settimane l’ex Garante si è consultato con professionisti romani. Che gli avrebbero consigliato la strada migliore da seguire. C’è anche la possibilità di una terza votazione online. «Ogni volta che delibera l’assemblea Grillo può chiedere il rinnovo della votazione», spiega al quotidiano l’avvocato Lorenzo Borrè, patrocinatore di tante cause contro il M5s. «L’attuale statuto prevede ancora la figura del garante che sarà eliminata solo con l’approvazione del nuovo testo modificato. E a mio avviso anche in tal caso Grillo potrà chiedere il rinnovo della votazione non essendo immediatamente efficace la delibera di modifica».
La prossima carta
Insomma, ora tocca a Grillo scegliere quale carta giocare. «Attenzione a dare Beppe per finito: in passato è successo molte volte e poi sappiamo come è andata. Lui è imprevedibile e anche Conte dovrebbe saperlo». Ripetere il voto ad libitum potrebbe essere il modo di Grillo per portare avanti una guerra di logoramento. Ma dovrebbe anche accettare di incassare sconfitte su sconfitte. Una prospettiva che al Fondatore potrebbe non piacere. Grillo, scrive il Fatto Quotidiano, potrebbe ripiegare su un’associazione. Mentre dal fronte cominciano a registrarsi i primi distinguo. Quello di Alessandro Di Battista, che nei giorni scorsi ha detto alla tv del Fatto che non ha intenzione di rimettersi con Beppe. E quello di Virginia Raggi, che ha smentito di aver fatto parte di cordate o tavolate insieme a lui.
Le liste per le elezioni
Ma sul tavolo c’è anche l’idea del ritorno alle origini. Ovvero a liste grilline per comuni e regioni per rubare voti al Movimento. «Gli elettori potranno scegliere se votare Beppe, ovvero l’originale, o questa deriva senza colore», è il ragionamento. La decisione naturalmente impatterebbe non solo sul M5s ma sull’intero Campo Largo. Che potrebbe a quel punto perdere partite decisive in comuni e regioni magari per un pugno di voti. Ma l’idea delle nuove liste sembra essere popolare più tra i grillini che presso Grillo. Anche se in effetti tutto cominciò con gli «Amici di Beppe Grillo» e i forum. L’idea di ritrovare quelle liste con un simbolo grillino (la faccia di Beppe?) solletica molti.