Bologna, la storia del ristorante giapponese rovinato con un video su Instagram: «Era un tonno da buttare»
Può un video di un minuto mettere a rischio la reputazione di un ristorante e far crollare i clienti in due settimane? Grazie al mondo dei social tutto è possibile e, in questo caso, a pagare le conseguenze è stato il locale giapponese Yoshi di Bologna, in via Emilia Levante. La vetta su Tripadvisor per il sushi in città e la menzione del Gambero Rosso non sono bastate: dal 24 novembre la clientela è diminuita fino al 40%. E tutto per un video su Instagram che ritrae parte dello staff mentre pulisce un tonno nel cortile esterno: «Era da buttare», si difende uno dei responsabili su Repubblica.
L’episodio
A rilanciare il video è la pagina Instagram WelcometoBolognina che accompagna le immagini scrivendo in modo ironico «Street food» per rimarcare l’insolita presenza del pesce sull’asfalto. La ripresa è dall’alto quindi a registrare la scena potrebbero essere stati i condomini della palazzina dirimpettaia. In poche ore il video raggiunge tre milioni di visualizzazioni: molti scrivono che non torneranno nel locale. La sera del 24 novembre buona parte delle prenotazioni viene cancellata. Nell’occhio del ciclone di indignazione finisce per caso anche un ristorante omonimo con sede a Brescia.
La versione dei responsabili
Le immagini condivise online risalirebbero a settembre scorso secondo Sergio Xia, tra i responsabili di Yoshi. A Repubblica fornisce la sua versione sull’episodio: «Il tonno che serviamo viene pescato al sud Italia e quindi per arrivare affronta un viaggio sui mezzi dei fornitori. Quella volta, che risale a settembre scorso, al ritiro del prodotto ci siamo resi conto che qualcosa non andava: l’odore era cattivo, occorreva buttare via il tonno. Ma farlo in modo integrale era impossibile, dovevamo sfilacciarlo. Non era mai accaduto. Così siamo andati fuori per sciacquarlo, e procedere poi all’interno del locale allo smaltimento in modo più sicuro».
Un caso eccezionale
L’eccezione alla regola: «Noi tagliamo sempre tutto il pesce dentro il ristorante, quello è stato davvero un caso eccezionale, in quanto si trattava di cibo assolutamente inutilizzabile, era la prima volta che ci capitava. I vicini hanno ripreso solo una parte e non si sono preoccupati di chiederci chiarimenti». La versione, condivisa anche sui social, non ha però convinto e i clienti continuano a mancare: «Siamo molto preoccupati. Il nostro cibo è autentico, seguiamo tutte le procedure di HACCP, siamo estremamente attenti all’igiene, anche per tutti questi vari riconoscimenti. Eppure, sono in tanti, a causa del video e senza conoscersi a scrivere ora recensioni negative».
L’ipotesi del razzismo
Per Xia dietro quel video però ci potrebbe anche essere altro: «Non abbiamo prove, ma alle origini del gesto dei vicini potrebbero esserci anche motivi di razzismo: anni fa, sempre da quei piani, ci avevano lanciato dei petardi». Le presenze per ora sono limitate ai più affezionati «ma gli ingressi sono calati, tra il 20 e il 40%. Stiamo pensando a che incentivi creare, ma non possiamo abbassare i prezzi: in questi anni – a fronte degli aumenti generalizzati – ci abbiamo tenuto proprio a renderli fissi e accessibili. Speriamo finisca questo bullismo social e si capisca che dietro non c’è nulla di vero».