Buffon non ha più nostalgia del calcio: «Quelle emozioni non le vivrò mai più, non so se sono io il miglior portiere di sempre»
«Non sento la mancanza del calcio». A dirlo, forse cogliendo di sorpresa più di qualche tifoso, è Gianluigi Buffon, storico portiere della Juventus e attuale capo delegazione della Nazionale italiana. «Non mi mancano le partite perché le emozioni che ho vissuto da protagonista nel calcio, con responsabilità enormi, non le vivrò mai più». Buffon, che si è ritirato dal calcio giocato nel 2023, ha presentato il suo libro Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi alla libreria Spazio Sette di Roma. Durante la chiacchierata con il giornalista Massimo Giletti, l’ex juventino ha parlato anche di cosa significare fare il portiere: «Bisogna avere doti e un carattere preciso. Devi essere masochista, è l’unico che deve solo difendere, non hai quasi mai la vera soddisfazione di fare gol o di un qualcosa di importante che venga registrato. Devi essere altruista. E anche un po’ suonato».
Chi è il miglior portiere di sempre?
E quando Giletti gli chiede se si considera il miglior portiere di sempre, Buffon risponde così: «Sarebbe da presuntuosi definirsi il migliore della storia, ma per longevità di carriera e per come ho performato ce ne sono stati pochi come me». Certo, qualche battuta d’arresto anche lui l’ha avuta: «Errori ne ho fatti parecchi, ma anche qualcosa di positivo. Dagli errori – ragiona Buffon – ho imparato tanto, ho pagato sempre sulla mia pelle e quando non c’è nessuno che si frappone tra te e le critiche, alcune volte pretestuose alcune volte giuste, ti colpiscono. L’unico modo per diventare persone migliori è sbagliare, pagare e ripartire».
Le offerte dalla Roma e dal Barcellona
Buffon, che di recente ha rivelato anche di aver sofferto di depressione, ha raccontato il momento più brutto della sua carriera professionale, ossia «i due settimi posti» alla Juve, che il portiere ricorda come «due anni di agonia». Se non fosse arrivato Antonio Conte, dice ancora Buffon, «non avremmo mai vinto. Era l’unico che poteva ricaricare la squadra, nessuno ci sarebbe mai riuscito». L’icona bianconera racconta poi che quando ancora giocava per il Parma ricevette diverse offerte di trasferimento: non solo dalla Juventus, ma anche dalla Roma, reduce dallo scudetto con Baldini, e dal Barcellona.
In copertina: Gianluigi Buffon, capo delegazione della nazionale italiana, durante una partita di Euro 2024 (ANSA/Daniel Dal Zennaro)