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Stabilimento Eni di Calenzano, trovati altri tre corpi: salgono a cinque le vittime. L’allarme pochi secondi prima dell’esplosione – Il video

10 Dicembre 2024 - 13:08 Ugo Milano
I cinque camionisti sono stati investiti dalle fiamme durante lo scoppio nell'area rifornimento autobotti dell'impianto: il momento ripreso dalle telecamere di sorveglianza

Sono stati trovati e recuperati i corpi dei cinque camionisti rimasti vittime dell’esplosione nello stabilimento Eni di Calenzano di lunedì 9 dicembre. Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirielli e Davide Baronti erano nell’area di rifornimento autobotti quando è avvenuto l’incidente. L’impianto, già sotto osservazione quattro anni fa per l’«alto rischio» di incidenti, è stato posto sotto sequestro e si indaga per omicidio colposo. All’origine dello scoppio, queste le prime ipotesi, potrebbe esserci una perdita di carburante o la fuoriuscita di vapori, accesa poi da un innesco. Da quanto emerge nelle ultime ore, alle ore 10.21 e 30 secondi un operatore alla pensilina 6 ha dato l’allarme premendo il pulsante d’emergenza. Probabilmente per segnalare un guasto, un malfunzionamento, qualcosa che non andava. La deflagrazione si è però verificata una manciata di secondi dopo, senza dare a nessuno il tempo per intervenire. Almeno cinque autocisterne sono rimaste coinvolte nello scoppio. Nelle immagini di sorveglianza intorno alla struttura, puntate sulla pensilina, si vede un camion bianco allontanarsi dall’area rifornimento pochi attimi prima della forte esplosione, raccontata come una bomba dai sopravvissuti e registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con una magnitudo di 0,9. Una decina di persone sono state trasferite d’urgenza in ospedale in ambulanza ed elisoccorso, e altrettante si sono presentate spontaneamente, investite dall’onda d’urto anche a distanza di svariati chilometri. Sono due gli ustionati gravi, ricoverati nel centro specializzato dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, cinque al Careggi – uno in terapia sub intensiva con trauma cranico, tre al Santo Stefano di Prato.

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