In Evidenza Donald TrumpElon MuskLos Angeles
ATTUALITÀInchiesteLombardiaMaltrattamentiMilanoViolenza sulle donne

Leonardo Caffo condannato a 4 anni per maltrattamenti e lesioni gravi alla ex compagna: «Io colpito per educarne mille»

10 Dicembre 2024 - 15:40 Massimo Ferraro
leonardo caffo condannato maltrattamenti
leonardo caffo condannato maltrattamenti
Il filosofo era a processo a Milano: nei giorni scorsi aveva rinunciato a partecipare alla manifestazione "Più libri più liberi"

Leonardo Caffo è stato giudicato colpevole di maltrattamenti aggravati e lesioni gravi alla ex compagna e condannato a 4 anni di carcere. Lo ha stabilito la quinta sezione penale del Tribunale di Milano. I giudici hanno deciso anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e una provvisionale di 45mila euro nei confronti del filosofo. Nelle scorse settimane la sua partecipazione alla manifestazione romana dell’editoria Più libri più liberi, presieduta da Chiara Valerio, era stata fortemente criticata e Caffo aveva infine deciso di rinunciare a prendere parte all’evento. «Va bene educarne uno per colpirne mille, io sono stato colpito. Su un piano morale chiedo scusa», ha commentato dopo la lettura della sentenza. Le motivazioni dei giudici verranno depositate entro 90 giorni. La Procura aveva chiesto una condanna a 4 anni e 6 mesi, e di non riconoscere le attenuanti generiche. Il Tribunale, presieduto da Alessandra Clemente, ha escluso due aggravanti tra quelle contestate.

Il processo per maltrattamenti e lesioni

Le persecuzioni nei confronti della vittima sarebbero iniziate nell’estate del 2019 e sarebbero proseguite per tre anni, fino al 2022. A quel punto la donna, all’epoca non ancora 30enne, lo aveva lasciato e aveva presentato denuncia. Agli investigatori aveva raccontato di numerosi episodi di violenza verbale e fisica subita. Tra questi, un litigio del del 17 agosto 2020 culminato in un’aggressione. Secondo la ricostruzione dell’accusa, in quella occasione Caffo le avrebbe afferrato «violentemente la mano destra contorcendogliela», provocandole una frattura scomposta «con accorciamento del dito». Da parte sua, la difesa ha ammesso solo la relazione turbolenta della coppia, negando le aggressioni. Nell’agosto 2022 la gip Ileana Ramundo aveva disposto nei suoi confronti l’allontanamento dal nucleo familiare con divieto di avvicinamento.

Caffo in tribunale

«Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per cercare di stare con mia figlia e ho senz’altro fallito. Tornando indietro, se dovessi cambiare la cosa che andava cambiata, non sarebbe nata mia figlia e sono felice che sia in vita. Auguro a lei e alla madre tutto il bene possibile perché il bene non si cancella», ha detto Caffo ai giornalisti in tribunale come riportato da la Repubblica, «non sono belligerante, non lo ero prima e non lo sarò dopo, ho un’enorme capacità di incassare merda e continuerò a incassarla».

La reazione della vittima: «Una verità che ho cercato di far emergere per due anni»

«Questa sentenza conferma una verità che per quasi due anni ho cercato di far emergere, affrontando innumerevoli difficoltà, sia sul piano personale e legale che mediatico. Queste difficoltà non sono un caso isolato, chiunque denuncia una situazione simile si scontra con un sistema che troppo spesso manca di strumenti adeguati per supportare le vittime. Questa sentenza tuttavia è solo la superficie di un problema più ampio e radicato. Le vittime di violenza continuano a pagare il prezzo di una profonda carenza nell’educazione sentimentale e di una cultura ancora permeata di pregiudizi. È fondamentale che questa vicenda serva da spunto per riflettere su quanto ci sia ancora da fare per prevenire e contrastare realmente le violenze» ha dichiarato a La Stampa la vittima di Caffo, al telefono con l’avvocata Elena Tomayer che la assiste, subito dopo l’udienza in cui lo scrittore è stato condannato per violenze e maltrattamenti aggravati nei suoi confronti.

Articoli di ATTUALITÀ più letti
leggi anche