Sonila, quella morte sospetta nel 2021 e il giro di prostituzione gestito da mariti e fidanzati in cui era finita a Torino
Si chiamava Sonila, aveva 21 anni ed è stata trovata senza vita nella sua abitazione nella periferia di Torino, nel 2021. Sulla sua morte però si è provato a far chiarezza tanto che oggi, quattro anni dopo, emerge una rete di sfruttamento della prostituzione in cui la ragazza, giovane mamma di origini albanesi, era caduta. La squadra mobile di Torino, in un’operazione denominata Mariposa, la scorsa settimana ha arrestato cinque persone per reati che vanno dalla rapina al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sedici le persone indagate. Per la procura di Torino, come riportato dal quotidiano La Stampa, Sonia potrebbe essere stata indotta al suicidio. Le indagini, spiega il quotidiano, sono coordinate dalla pm Valentina Sellaroli.
Un sistema manipolatorio e di totale assoggettamento delle vittime
Per scoperchiare la rete le indagini sono partite da una rapina, fatta nel maggio 2022, ai danni di una prostituta albanese. Le indagini hanno rivelato un sistema criminale che coinvolgeva giovani costrette a prostituirsi in zone specifiche della città come Barriera Nizza e Madonna di Campagna. Le vittime, tutte di nazionalità albanese, secondo quanto ricostruito, subivano continue vessazioni fisiche e psicologiche da parte spesso dei loro compagni, che le manipolavano. Le donne erano obbligate a consegnare l’intero guadagno ai propri sfruttatori e versavano in condizioni di totale assoggettamenti. Tra di queste c’era Sonila Cani, trovata morta nel bagno di un piccolo alloggio in cui viveva con il compagno – oggi tra gli indagati – e il suo bimbo di due anni. Era un modus operandi che si tramandava di padre in figlio, arrivando fino alla quarta generazione. «Attenzione altrimenti facciamo la fine di Sonila», avrebbero ripetuto alcune delle donne cadute nella rete e intercettate durante le indagini. Gli incontri con i clienti avveniva in alloggi affittati per l’occasione. Spesso compiacenti tassisti italiani accompagnavano le donne nel luogo concordato per una tariffa da 150 euro circa. Per tre degli arrestati è stata eseguita la custodia cautelare in carcere, divieto di dimora invece a Torino invece per due cittadini italiani.