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Decreti Salvini, Uber aderisce alle proteste degli Ncc: «Stop ai servizi il 12 dicembre». I sindacati dei taxi: «Polemiche sterili. Non vogliono regole»

11 Dicembre 2024 - 12:55 Ugo Milano
sciopero uber
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Braccia incrociate anche per la società del trasporto privato: «Contro i 20 minuti di attesa e il rientro in rimessa»

Ci sarà anche Uber allo sciopero degli Ncc di domani, 12 dicembre, contro i decreti Salvini sul trasporto privato. La decisione della società è stata comunicata con una nota: anche i conducenti di Uber saranno presenti alle manifestazioni programmate in tutta Italia. «Sospendiamo i nostri servizi Black, Reserve, Van, Lux e Green in solidarietà con le migliaia di operatori Ncc che stanno lottando per la loro sopravvivenza», ha fatto sapere la società statunitense che si oppone all’obbligo per gli autisti di aspettare 20 minuti tra un viaggio e l’altro e il rientro il rimessa.

La protesta

Uber «conferma il proprio impegno nella difesa del diritto alla mobilità e al lavoro e ribadisce la necessità di tutelare l’esigenza dei cittadini di potersi muovere in modo rapido, sicuro e accessibile, evitando che rigide normative penalizzino chi utilizza i servizi Ncc». A interpretare la volontà dell’azienda è il General Manager di Uber Italia, Lorenzo Pireddu: «Il decreto non solo avrà ripercussioni negative sui posti di lavoro della categoria, ma di fatto metterà ulteriormente in crisi il trasporto nelle nostre città. Riteniamo che questo decreto sia incostituzionale e lo contesteremo nelle sedi opportune». Per Pireddu è necessario ripensare tutto il sistema trasporti: «Dobbiamo concentrarci su una riforma più ampia del trasporto pubblico non di linea, che preveda leggi che vedano nella tecnologia uno strumento per offrire un servizio adeguato alle necessità degli utenti con l’obiettivo di rendere le nostre città meno trafficate, più verdi e più piacevoli da visitare». Pireddu attacca quelli che considera i punti deboli dei decreti Salvini: «Stiamo parlando di un decreto che è stato già bocciato dai cittadini, come ha recentemente confermato una ricerca di SWG secondo cui 7 italiani su 10 ritiene che possa distorcere la concorrenza, penalizzando sia i consumatori che i conducenti di Ncc. Oltre ai 20 minuti di attesa obbligatoria imposti agli Ncc, questo decreto re-introduce il rientro in rimessa per gli Ncc, misura già bocciata nel 2020 dalla Corte Costituzionale».

I sindacati dei taxi: «Lamentele singolari»

I sindacati dei taxi (Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Uritaxi e altri) bollano le critiche di Uber e degli altri Ncc come «lamentele singolari». Per le sigle sindacali dei taxi «buona parte delle strutture sindacali del mondo del noleggio, spesso accompagnate dalla potente multinazionale californiana, non vogliono alcun tipo di regola e vedono l’emanazione dei tanto attesi decreti attuativi come una terribile minaccia al proprio incontrollato business e per questo reagiscono in modo scomposto, con allusioni e illazioni prive di qualsiasi fondamento».

In copertina: EPA/MICHAEL REYNOLDS I Un veicolo passa davanti a un cartello che indica un punto di prelievo Uber all’aeroporto internazionale di Washington Dulles a Dulles, Virginia, USA, 19 luglio 2024.

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