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L’addio amaro di Fabriano alla carta per ufficio: stampata l’ultima bobina, dipendenti in cassa integrazione. Ma dalla Brexit una mano insperata

11 Dicembre 2024 - 23:50 Massimo Ferraro
fabriano carta ultima bobina spegnimento macchinari cassa integrazione
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Una pagina di storia che si chiude con lo spegnimento della macchina F3 dopo 50 anni di produzione continua: 174 lavoratori evitano il licenziamento grazie all'accordo con il gruppo Fedrigoni al ministero delle Imprese

I dipendenti che hanno firmati gli ultimi centimetri di carta prodotti a Fabriano in uno stabilimento che è la storia del prodotto e del Paese non hanno trattenuto le lacrime. Dopo circa 50 anni sono stati i soli ad assistere allo spegnimento della F3, la macchina continua che dal 1976 produceva il tesoro bianco dell’industria dorica. L’ultima bobna di carta per stampanti e ufficio è uscita dai macchinari alle 8.07, poi la F3 è stata spenta definitivamente. Frutto di un accordo tra sindacati, azienda e governo, firmato il 9 dicembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy, che salva il posto a 174 dipendenti della Giano srl per cui era stato previsto il licenziamento. La Giano srl verrà dismessa e loro entreranno in cassa integrazione straordinaria per un anno. Nel frattempo il gruppo Fedrigoni ha strutturato un piano di ricollocamento per i lavoratori degli stabilimenti di Fabriano e Vetralla. Si tratta di 31 posizioni legate ai Servizi nello stabilimento di Fabriano, 48 posizioni legate al business sicurezza sempre a Fabriano, 10 posizioni legate al business Fabriano Colore e simili nel sito di Rocchetta, 16 posizioni vacanti negli altri stabilimenti marchigiani, suscettibili di incremento per via dei prepensionamenti nel corso del 2025. A cui si aggiungono 55 posizioni disponibili negli stabilimenti del Trentino, Friuli e Veneto, accompagnate da facilitazioni e benefit consistenti ed estesi a due anni.

I piano del gruppo Fedrigoni per la carta di Fabriano

L’azienda promette anche di formare e riqualificare i lavoratori, ma intanto resta il fatto che dopo 50 anni la F3 ha smesso di produrre carta. «Fabriano non produce più carta per fotocopie, il famoso Fabriano copy 2 non sarà più disponibile. Si è chiuso l’ennesimo capitolo drammatico di un’eccellenza italiana», spiegava Valerio Monti, dipendente di Giano Srl e segretario Uilcom, «effettivamente è proprio così. Per 50 anni, grazie alla F3 tantissime famiglie fabrianesi hanno potuto avere un reddito. Proporremo che l’ultima bobina sia conservata all’interno del Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano perché chiunque possa ricordare». Con lo spegnimento della F3 e la cassa integrzione dei lavoratori, il gruppo Fedrigoni punta a ristrutturare anche i piani di investimento. «L’anno che abbiamo davanti ci darà il tempo di identificare nuove opportunità occupazionali anche grazie al potenziamento di segmenti del business Fabriano, come le carte speciali per il disegno artistico, i prodotti per la scuola e la cartoleria realizzati nelle Marche, su cui intendiamo investire», spiega l’amministratore delegato del gruppo Marco Nespolo. E le carte di sicurezza, ossia i passaporti, che dalla Brexit in poi hanno avuto una impennata di richieste. «Abbiamo un piano di investimenti per i prossimi quattro anni da oltre 300 milioni di euro a livello globale, di cui una parte è destinata ai nostri cinque stabilimenti delle Marche, per sviluppare prodotti sempre più belli, performanti e sostenibili. Ma anche per rendere più efficienti, sicuri e a basso impatto ambientale i nostri siti produttivi», è la promessa di Nespolo.

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