Lampedusa, una bimba di 11 anni unica sopravvissuta ad un naufragio. I soccorritori: «Era in acqua da sola durante una tempesta. Morti gli altri 44 migranti»
Una bambina di 11 anni è stata salvata in mare al largo di Lampedusa. È l’unica sopravvissuta dell’ultimo drammatico naufragio nel Mediterraneo Centrale costato la vita a 44 persone migranti. La piccola, originaria della Sierra Leone, è stata recuperata dal veliero Trotamar III dell’organizzazione non governativa tedesca «Compass Collective», che era in zona per un altro intervento, alle 3.20 della notte. Ai soccorritori – che l’hanno portata al poliambulatorio e poi all’hotspot di Contrada Imbriacola – ha raccontato di essere partita da Sfax, in Tunisia (Paese considerato «sicuro» dall’Italia) «4 o 5 giorni fa» insieme al suo fratellino e ad altre 43 persone, tutte disperse. Il barchino su cui viaggiavano sarebbe affondato a causa di una tempesta. «Siamo finiti in mare – racconta -: vicino a me c’erano due ragazzi, dopo due giorni non li ho più visti, il mare li ha allontanati». Al momento del soccorso, la bimba – «in acqua da tre giorni, senza acqua e cibo e in ipotermia», spiegano gli operatore della Ong tedesca – si teneva a galla grazie a due salvagenti improvvisati fatti con tubi di pneumatici riempiti d’aria e un giubbotto di salvataggio, cercando di non annegare «durante una burrasca» con onde alte oltre tre metri. «È stato un miracolo aver sentito la sua voce, in alto mare, e col motore della nostra imbarcazione acceso – afferma lo skipper della nave umanitaria, Matthias Wiedenlübbert – E, naturalmente, abbiamo cercato altre persone. Ma dopo una tempesta durata giorni non c’era speranza».
L’appello di Mediterranea
Nella notte sono sbarcati a Lampedusa oltre 500 migranti, prima che all’alba giungesse sul barchino di ferro la bambina di 11 anni. A bordo persone provenienti da Egitto, Siria, Pachistan, Bangladesh e Iraq. Dopo lo sbarco a molo Favarolo sono state portate all’hotspot di Contrada Imbriacola che fino a ieri, martedì 10 dicembre, era deserto e dove adesso invece si trovano 508 ospiti. «Lungo la rotta dalla Tunisia a Lampedusa ha imperversato nei giorni scorsi una vera e propria tempesta, per questa ragione chiediamo che le autorità italiane, insieme ai maltesi e ai tunisini, lancino immediatamente una operazione di ricerca a vasto raggio per rintracciare possibili superstiti. Vite in pericolo in mare non possono essere in alcun modo abbandonate», è l’appello lanciato dal fondatore della Ong Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini, in una nota. «Siamo però costretti a denunciare che almeno altri tre naufragi – prosegue Mediterranea – potrebbero essersi verificati nei giorni scorsi lungo la rotta tra le coste tunisine e Lampedusa: dal 2 dicembre infatti Alarm Phone ha segnalato prima la sparizione di due barche rispettivamente partite con 45 persone a bordo il 27 novembre e con 75 persone a bordo il 30 novembre dalla Tunisia; poi il 4 dicembre ha segnalato un’ulteriore imbarcazione con a bordo altre 45 persone dispersa dal 30 novembre. Alarm Phone – sottolinea la Ong – ha immediatamente comunicato tutte le informazioni in suo possesso alle autorità competenti nell’area, cioè ai centri di soccorso di Tunisia, Malta e Italia, ma nessun riscontro è stato da loro fornito», conclude.
Foto copertina: INSTAGRAM / ONG COMPASS COLLECTIVE