Roma, i prigionieri del Grande Ingorgo: «Ore e ore per andare a lavoro. I bus? Magari»
Stare in auto per un’ora e mezza in mezzo al traffico non è piacevole. Eppure a Roma è un obbligo. Eppure la notizia è che tra cantieri giubilari e problemi storici della città, la situazione è incredibilmente peggiorata. Lo dice un sondaggio della Cisl che si chiama Attraverso Roma. Il campione è fatto in maggioranza da chi usa l’auto privata. La motivazione è che «i mezzi pubblici sono sempre in ritardo», come sostiene il 42% degli intervistati. Il 31,8%, usa l’auto perché abita «molto lontano dal luogo di lavoro». Se potesse scegliere, il 47% delle persone userebbe i mezzi pubblici e solo il 28% l’auto.
I tempi e i costi
Nel sondaggio, di cui oggi parla l’edizione romana di Repubblica, il 37% degli intervistati dichiara di impiegare più di un’ora per andare a lavoro o all’università. Il 25% ci mette mezz’ora e il 23,5% tre quarti d’ora. L’ 85,5% del campione impiega tra i 30 e gli oltre 60 minuti solo per il viaggio di andata. Per oltre il 50% poi è impossibile trovare parcheggio. Per l’auto o per il per motorino, il 20% del campione spende più di 150 euro e la maggior parte degli intervistati ( il 30%), spende 100 euro. E per il 92,4% degli intervistati il traffico è aumentato a causa dei cantieri giubilari. Infine, l’ 86% di chi usa biciclette e monopattini teme per la sua sicurezza anche a causa delle auto che passano a gran velocità.
L’uomo che vive in mezzo al traffico
Il quotidiano parla anche con Nicola Vicentini, che ci mette due ore per andare da casa a Piazza Cavour, dove gestisce la gioielleria Baiani. «Io in macchina passo davvero tanto tempo. Noi in famiglia abbiamo due negozi, in due zone diverse della città. Parto la mattina dalla Cassia, dove vivo, e prima mi sposto verso Prati, per poi raggiungere nel pomeriggio via Boccea, dove si trova l’altro negozio. Nonostante una guida abbastanza allegra impiego dai 25 minuti, quando va molto bene, ai 40 per il primo tratto, da casa a piazza Cavour. Con i lavori del Giubileo poi spostarsi al secondo negozio è ancora più difficile, in particolare per l’attraversamento di piazza Risorgimento. Ci metto più o meno altri 20 minuti, facendo viale Vaticano. I due negozi non sono lontanissimi ma c’è tanto traffico su questa strada. E non va meglio su via Andrea Doria e poi via Baldo degli Ubaldi, che sono il percorso alternativo. E poi ovviamente la sera devo tornare a casa, nell’orario di punta. Un’altra mezz’ora in auto», spiega.
Il trasporto pubblico
Anche lui userebbe gli autobus se fossero affidabili: «Se ci fosse una rete di metro adeguata e simile a quelle di altre grandi città la userei spesso e molto volentieri. Mi eviterebbe lo stress del traffico e quello del parcheggio. Ma dico anche che userei volentieri il car sharing, che purtroppo non arriva nella mia zona visto che io abito all’altezza dell’ospedale. Perché se invece usassi gli autobus, almeno tre, purtroppo ci metterei una vita e mezza, non un’ora e mezza». E ogni tanto va a piedi o prende a noleggio un monopattino: «Ma ovviamente visto il settore di cui ci occupiamo non lo posso fare spesso, perché dobbiamo anche riportare indietro la merce».