Scuola, al via il concorso docenti Pnrr 2. Protestano gli idonei del 2023: «Ancora precari e per molti prove da rifare»
Arriva il concorso Pnrr 2. Da oggi, 11 dicembre, e fino al 30 dicembre, sarà possibile candidarsi alle nuove procedure concorsuali previste per la seconda tranche del concorso docenti legato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). I posti messi a bando questa volta sono 19.032 in totale, di cui 8.355 destinati alla Scuola primaria e dell’infanzia e 10.677 alla Scuola secondaria di I e II grado. Il 25% di questi posti (4.840 cattedre) è riservato al Sostegno. Un appuntamento che coinvolge insegnanti di ogni ordine e grado, ma che si porta dietro un carico di polemiche. «L’avvio dei nuovi concorsi segna una tappa fondamentale per rafforzare il sistema scolastico italiano», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Nel mondo della scuola, però, non tutti condividono questo entusiasmo. A sollevare critiche sono soprattutto coloro che hanno partecipato al primo concorso Pnrr nel 2023, ribattezzato «Pnrr1», e che ora si ritrovano in una situazione di incertezza e insoddisfazione.
Le (rigide) norme del Pnrr
Il problema nasce dalla stretta connessione tra il reclutamento degli insegnanti e gli obiettivi fissati dal Pnrr. Secondo gli accordi presi dal governo Draghi con la Commissione europea, l’Italia si è impegnata ad assumere 70mila nuovi docenti entro il 2026, di cui 20mila entro il 2024. Un piano ambizioso che, però, ha sollevato molte perplessità. Le assunzioni devono, infatti, avvenire esclusivamente attraverso nuovi concorsi, escludendo tanto i precari che da anni sostengono il sistema scolastico quanto gli idonei dei concorsi precedenti. A nulla, finora, sono valsi i tentativi di ottenere maggiore flessibilità da Bruxelles. E il ministro Valditara ha già chiarito che senza il rispetto dei target imposti dal Pnrr, l’Italia rischierebbe di perdere i finanziamenti europei.
La protesta dei docenti idonei al Pnrr1
I docenti idonei del concorso Pnrr 2023, riuniti nel gruppo spontaneo «Idonei esclusi Pnrr 2023», denunciano da mesi quello che definiscono «un sistema ingiusto e poco trasparente» e si ritengono i più penalizzati. Si tratta di candidati che hanno superato tutte le prove previste dal concorso del 2023, ma che non possono essere assunti perché i posti disponibili erano inferiori rispetto al numero di idonei. A differenza del passato, inoltre, non è stata nemmeno pubblicata una graduatoria di merito che permetta uno scorrimento in caso di nuovi posti vacanti. Il risultato è che gli idonei restano precari, mentre viene indetto un altro bando ancora per rispettare le rigide norme della Commissione europea.
«Il primo concorso deve ancora finire»
Nella nota del ministero dell’Istruzione di oggi, fanno sapere che le procedure concorsuali del Pnrr 2 si concluderanno entro l’estate e i vincitori saranno assunti dal 1° settembre 2025. Ma un ulteriore elemento di disturbo riguarda il fatto che il primo concorso non si è ancora concluso del tutto: «Ci sono candidati che stanno ancora affrontando le prove», spiega una docente del Coordinamento Operativo del Movimento degli Idonei Esclusi a Open. «Tutto questo crea un’enorme difficoltà, C’è chi deve ancora terminare le prove del concorso precedente e si ritrova già proiettato verso un nuovo concorso, senza sapere se potrà aggiungere il punteggio di idoneità o meno». La sensazione diffusa, secondo i docenti, è quella di una gestione frettolosa e poco ragionata. «Non capiamo perché si debba procedere così velocemente e male, quando si potrebbero trovare soluzioni più logiche e rispettose delle esigenze degli insegnanti e delle scuole», aggiunge la docente.
L’incontro con il ministero: «Promesse cadute a vuoto»
Gli idonei del Pnrr 1 fanno sapere di aver incontrato il Ministero lo scorso 15 novembre, accompagnati dai sindacati. Durante l’incontro, i rappresentanti ministeriali avrebbero ammesso l’esistenza di un elenco graduato e promesso che la sua pubblicazione fosse una questione risolvibile sul piano amministrativo. Tuttavia, quella promessa è rimasta (per ora) lettera morta. «Speriamo che stiano lavorando a degli emendamenti da inserire nella legge di bilancio», afferma la docente, pur senza nascondere scetticismo.
«Dovremo rifare il concorso senza graduatoria di merito»
A rendere ancora più amara la situazione è l’unica strada percorribile per ora per molti idonei: rifare da capo le stesse prove nel nuovo concorso Pnrr2. «Come può una commissione d’esame averci ritenuti idonei e ora costringerci a dimostrare nuovamente le stesse cose? Qual è la logica di tutto questo?», si chiedono i docenti precari. I posti messi a bando all’epoca erano circa 45mila, i vincitori al momento sono attorno ai 17mila. Quanti siano gli idonei, invece, non è dato saperlo, non essendoci la graduatoria. «Rispetto ai concorsi precedenti, infatti, il Pnrr1 non ha riconosciuto alcun merito a chi ha superato le prove. Non solo manca una graduatoria trasparente, ma non è stata prevista nemmeno la possibilità di stabilizzare gli idonei attraverso uno scorrimento naturale dei posti. È una vergogna per il nostro sistema di istruzione», denunciano. «Serve una visione più equilibrata, capace di tenere insieme le esigenze della scuola, il rispetto degli insegnanti e i vincoli europei», è il loro appello.