Papa Francesco e quella kefiah per il Bambin Gesù che ha fatto discutere. Il Vaticano: «Aggiunta all’ultimo dall’artista»
In molti lo hanno scambiato per il giallo di Natale. Una kefiah, il 7 dicembre scorso, era stata adagiata nella mangiatoia del Bambinello del presepe in Aula Paolo VI, donato dalla Palestina e inaugurato da Papa Francesco. Il tradizionale copricapo palestinese ha sollevato diverse proteste. Ora risulta rimosso, così come la piccola statua. La kefiah è stata «aggiunta all’ultimo momento dall’artista» che ha creato la composizione, precisano dalla Sala Stampa vaticana. E il Bambinello, assicurano, tornerà «nella notte tra il 24 e il 25 dicembre come da tradizione in tutti i Paesi».
Le critiche
Alcuni funzionari israeliani avevano accusato la Santa Sede di negazione delle origini ebraiche di Gesù. Su Moked, il portale dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, il rabbino capo di Genova Giuseppe Momigliano, assessore al culto dell’Ucei, aveva sottolineato come l’idea artistica non aiuti il dialogo «e non aiuti a fermare l’antisemitismo».
Il curatore: «Importante che si faccia sentire la nostra voce»
Contattato da Vatican News Taisir Hasbun, curatore dell’installazione artistica, racconta che esporre il presepe in Vaticano «è un’occasione per noi cittadini di Betlemme molto importante per far sentire la nostra voce soprattutto nella situazione che conosciamo, piuttosto difficile. Questo è un modo per essere presenti, da condividere con tutti i visitatori che saranno presenti in Aula Paolo VI, per far sapere della nostra esistenza, della nostra presenza, della nostra partecipazione, è molto importante».
Foto di copertina: Vatican News