Corea del Sud, il presidente Yoon difende la legge marziale: «Il Parlamento è un mostro che distrugge la democrazia»
Il presidente della Corea del Sud Yoon Suk-yeol si è rivolto ancora alla nazione in un discorso trasmesso dalle televisioni locali, a riportarlo è l’agenzia Yonhap. È la seconda volta dopo la dichiarazione della legge marziale, poi bocciata, il 3 dicembre. Yoon ha però voluto difendere il suo atto politico il cui fine, come ha ribadito, era «proteggere la nazione e normalizzare gli affari dello Stato». Ma non si è solo difeso, il presidente che ha già superato una prima richiesta di impeachment – non ha raggiunto il quorum – ha attaccato l’opposizione che detiene la maggioranza in parlamento: «L’Assemblea nazionale è diventata un mostro che distrugge l’ordine costituzionale della libera democrazia». Intanto, il Partito democratico coreano ha presentato una nuova mozione di impeachment.
L’impeachment
Yoon ha difeso la sua dichiarazione di legge marziale come un atto di governo e ha negato le accuse di insurrezione che gli sono state rivolte, giurando di combattere fino all’ultimo momento contro le inchieste aperte. Nel suo discorso ha affermato che l’invio di truppe all’Assemblea nazionale durante la legge marziale non può equivalere a un’insurrezione e ha respinto l’invito a dimettersi. Sul tema dell’impeachment avverte che, se la mozione passerà, affronterà tutto «in modo equo». Per essere effettiva la legge deve ottenere i due terzi dei voti del parlamento. L’opposizione ha già fallito una volta: detiene “solo” 171 seggi sul totale di 300. Una convergenza però sembra ora profilarsi nel partito del presidente, quello popolare, il cui leader Han Dong-hoon ha invertito la sua precedente posizione a sostegno di una «uscita ordinata» di Yoon e ha quindi espresso il suo sostegno all’impeachment. I delegati sono stati invitati a votare in base alla propria coscienza. Un’altra votazione potrebbe quindi svolgersi tra il 13 e il 15 dicembre. Il partito democratico ha dichiarato che continuerà a spingere per l’impeachment di Yoon ogni settimana. Intanto, è già arrivato il sì da parte di sei legislatori del partito popolare, ma ne servirebbero altri 8. Se il voto di impeachment dovesse avere successo, Yoon verrebbe sospeso dall’incarico e la Corte Costituzionale delibererebbe sul caso, un processo che potrebbe richiedere fino a sei mesi.
L’insurrezione
Il presidente nel suo discorso alla nazione ha voluto inoltre chiarire alcuni passaggi compiuti in seguito alla dichiarazione della legge marziale. La sua attenzione si è focalizzata sull’intervento delle forze armate in parlamento. Infatti, tra le accuse che gli vengono contestate c’è la possibilità che Yoon abbia commesso un’insurrezione schierando truppe armate all’Assemblea nazionale per bloccare un voto che mirava ad abrogare il decreto sulla legge marziale. Yoon ha però affermato di aver ordinato «solo un piccolo numero» di truppe disarmate al Parlamento per «mantenere l’ordine» e di averle immediatamente ritirate dopo che l’Assemblea nazionale aveva approvato una risoluzione per porre fine alla legge marziale. In tutto 200 soldati hanno raggiunto l’Assemblea nazionale, mentre altri 300 sono stati inviati in tre strutture legate all’organo di controllo delle elezioni. Quest’organo, secondo Yoon, sarebbe stato vittima di presunti attacchi informatici da parte di hacker nordcoreani. E per questo il presidente aveva ordinato all’ex capo della difesa Kim Yong-hyun, ora agli arresti, di porlo sotto sorveglianza. Dopo le dichiarazioni del presidente, l’organo di controllo elettorale ha comunicato che il discorso di Yoon dimostra l’occupazione «illegale» durante la legge marziale.
In copertina: EPA/JEON HEON-KYUN I Persone guardano un notiziario televisivo che trasmette in diretta il discorso del Presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol alla nazione, in una stazione di Seoul, Corea del Sud, il 12 dicembre 2024.