Calenzano, un carrello sollevato vicino alla nube di vapore dei carburanti avrebbe innescato lo scoppio
La mattina dell’esplosione al deposito Eni di Calenzano si stavano effettuando due distinti interventi di manutenzione agli impianti. Uno alla pensilina numero 7, accanto a quella dell’esplosione, riguardava una condotta di alimentazione per il carico di carburante ai camion. L’altro intervento invece riguardava la riparazione di due raccoglitori di vapori – uno più piccolo, uno più grande – che da tempo risultavano malfunzionanti e che sono proprio alla corsia 6, quella dell’esplosione. Lo riferisce Ansa, citando fonti giudiziarie. Ed è proprio questo il punto in cui si stanno concentrando le attenzioni della procura. Perché al momento dello scoppio era in corso il sollevamento di un carrello, tramite un macchinario, proprio in concomitanza alla formazione di una nube di vapori di carburanti. La vicinanza di questa operazione potrebbe aver contribuito all’innesco. Tra l’altro il fumo di vapori è lo stesso riferito da alcuni testimoni e corrisponderebbe a quello che si nota nel primo video disponibile sull’esplosione.
Le indagini
Gli inquirenti stanno acquisendo in queste ore atti e documenti, tra cui i piani di sicurezza esterni al deposito Eni. La loro congruità dovrà esser analizzata col piano di sicurezza interno di Eni per il sito. I piani esterni sono disponibili presso gli enti sul territorio preposti alla vigilanza e alla tenuta in sicurezza di siti, industriali o di altro tipo, ad alto indice di rischio per l’incolumità delle persone. Nelle prossime ore la procura svolgerà una perizia sugli apparati industriali. Il sopralluogo è stato fissato per lunedì prossimo alle 10,30. Secondo quanto emerge, verranno fatte verifiche tecniche specifiche sul posto, dirette all’accertamento delle responsabilità, anche esaminando i danni alle carcasse di impianti e mezzi.
Per i funerali delle vittime si deve ancora attendere
Intanto le salme delle cinque vittime devono restare ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria, presso l’istituto di Medicina legale di Careggi, per ulteriori esami dopo le autopsie, che sono state già effettuate. Tuttavia si pensa di restituire i corpi alle famiglie già dalla prossima settimana.