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La Russa ad Atreju gela la Lega: «Sì all’Autonomia ma andrò a votare al referendum». Battute a tutto campo e la difesa di Musk, Netanyahu e Santanché

13 Dicembre 2024 - 15:16 Felice Florio
Il presidente del Senato, galvanizzato dalla festa di Fratelli d'Italia, scherza davanti allo stand con Babbo Natale: «Cosa gli chiedo? Un rapporto più vero con i giornalisti»

La seconda carica dello Stato è ospite – anzi, qui è casa sua – ad Atreju, oggi venerdì 13 dicembre. Si intrattiene con i passanti, scherza con i giornalisti e motiva i ragazzi della giovanile di Fratelli d’Italia. Poi, sul palco, si fa intervistare da Peter Gomez. Si parla delle riforme che il governo Meloni sta cercando di apportare. Ieri c’è stato il via libera della Cassazione al quesito referendario per l’abrogazione della legge sull’autonomia regionale. Il leghista Luca Zaia, ad esempio, ha già espresso l’invito ai sostenitori del provvedimento di non andare alle urne, per scongiurare il raggiungimento del quorum. Ignazio La Russa non è sulla stessa linea: «È una tecnica che non mi scandalizza. Io personalmente preferisco andare a votare, non c’è una sola elezione in cui non abbia votato. Non c’è un modo buono o cattivo in democrazia per formare una volontà, se la legge lo consente perché criminalizzare». Ma, ribadisce, «penso che andrò a votare».

Le riforme

Altra riforma, quella sul premierato, che è diventata un po’ il vessillo di Fratelli d’Italia. Su questo punto La Russa si dimostra laico, non come uno strenuo difensore del testo già approntato: «La legge sul premierato è ancora in itinere, l’ipotesi del secondo premier è veramente di scuola. Esprimo una previsione: in nessun caso si arriverà a un secondo premier, è una norma di chiusura, per arrivarci ci vuole la volontà del primo che preferirà invece chiudere la legislatura. Ci stiamo infilando in un’ipotesi talmente marginale che non è su quella che si decide la bontà o meno del premierato». Ultimo argomento del capitolo delle riforme, gli interventi sulla giustizia. Il vertice di Palazzo Madama afferma: «Più che la separazione delle carriere, la cosa più importante è la separazione del Consiglio superiore della magistratura e il sistema di elezione dei componenti togati e non togati».

La fiamma e le origini

La polemica sulla simbologia su cui si fonda Fratelli d’Italia ritorna ciclicamente. Con La Russa, che di busti di Benito Mussolini ne ha fatto un vanto, il tema è inevitabile. Lui lo affronta così: «Le tesi di Fiuggi le abbiamo votate e approvate, vanno lette per intero, noi le confermiamo. Fratelli d’Italia è nato con la scritta “centrodestra nazionale”, poi abbiamo inserito la fiamma quando è stato possibile dopo aver vinto la battaglia con la fondazione. L’abbiamo rivisitata togliendo ogni riferimento a quello che era stato il misunderstanding del parallelepipedo sotto che era un bara, sul fatto che Msi significasse Mussolini. Quando ero piccolo, dicevano alle vecchiette che Msi significava “Madonna santissima immacolata”. Abbiamo usato la Fiamma perché è bello avere delle radici, sono radici del dopoguerra di uomini che volevano restaurare ma non rinnegare. Questi uomini partirono con una speranza di pacificazone».

Gli amici secondo La Russa

Non è un mistero lo stretto legame che unisce il presidente del Senato alla ministra del Turismo, invischiata da tempo in scomode inchieste giudiziarie. La Russa, però, crede all’innocenza della sua amica e collega di partito: «Abbiamo ascoltato Daniela Santanchè che si è dichiarata estranea a qualsiasi ipotesi di reato e io che la conosco ci credo. Credo alla sua innocenza. Quando hai un amico, nei momenti difficili, guai a dimenticartelo». E le relazioni interpersonali sono oggetto anche di un’altra questione, il rapporto tra Giorgia Meloni ed Elon Musk: «Noi di destra abbiamo dei modelli di società e su quelli cerchiamo di costruire le norme, ma non abbiamo la pretesa di giudicare il singolo. Musk ha quel tipo di rapporto con la maternità o con le canne? Non c’è la pretesa di avere amici che la pensano solo come te. Puoi apprezzare i comportamenti di una persona che su alcune cose la pensa in maniera diversa da te». Altro personaggio trainato nella discussione è Benjamin Netanyahu, su cui spicca un mandato di arresto internazionale. Ma per il presidente del Senato, la disposizione della Corte penale internazionale non ha un peso rilevante: «Se ci fosse questo pericolo, non credo che Netanyahu verrebbe qui. Quindi il problema non si porrebbe, ma comunque non lo arresteremmo».

L’ironia

La Russa, galvanizzato dalla festa di Fratelli d’Italia, scherza davanti allo stand con Babbo Natale: «Cosa gli chiedo? Un rapporto più vero con i giornalisti». Ma racconta anche un’altra barzelletta(?), sempre rivolgendosi a Babbo Natale: «La sapete la barzelletta di quello che chiede a Babbo Natale “vorrei la pace tra israeliani e palestinesi” e Babbo Natale risponde che “è troppo difficile, non ce la faccio”? La attualizziamo e facciamo che la seconda cosa che chiede è “vorrei che Beppe Grillo e Giuseppe Conte facessero la pace”. E la risposta di Babbo Natale “ridatemi la carta della Palestina che è più facile”». La Russa appare molto felice per lo svolgimento della kermesse. Dopo il suo intervento dal palco, riprende ad aggirarsi tra le bancarelle. Parlando alla radio di Atreju, La Russa rivolge infine un messaggio ai ragazzi: «Io spero di poter dare ancora anche cattivi esempi, però anche buoni consigli. Ai ragazzi di oggi dico di credere soprattutto nelle idee che professano. Un consiglio di esperienza è quello di non avere fretta. Per carità, sono cambiati i tempi e quindi non pretendo che si faccia come e quando ero giovane io, però abbiate un po’ di pazienza. Fare politica giovanile senza l’assillo di doversi candidare e avere un ritorno è il modo migliore per fare un percorso che sia di vostro gradimento e di utilità alle vostre idee».

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