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Lui che denuncia lei che denuncia lui: alla fine Boccia querela Sangiuliano per l’audio con la moglie diffuso su Report

13 Dicembre 2024 - 20:10 Alba Romano
maria rosaria boccia
maria rosaria boccia
Dopo i due distinti esposti dell'ex ministro e moglie in merito alla diffusione della telefonata arriva la mossa dei legali dell'imprenditrice campana. Con sollecito a viale Mazzini, Ordine dei giornalisti e Garante

Qualche giorno fa l’ex ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini, giornalista Rai, hanno presentato due distinti esposti alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata contro la messa in onda di una loro conversazione privata nel programma Report. Oggi Maria Rosaria Boccia, tramite i suoi legali, rende noto di aver presentato un esposto nel quale contesta all’ex titolare del Mic le ipotesi di «calunnia e atti persecutori, nonché diffamazione aggravata a carico di alcune testate giornalistiche che avrebbero diffuso notizie non verificate». Nell’atto si evidenzia che il file audio era già nella disponibilità di Sangiuliano sin dal 15 agosto 2024, annullando quindi, secondo i legali ogni presupposto temporale per eventuali querele. Quanto emerso escluderebbe quindi anche l’ipotesi del reato di interferenze illecite nella vita privata, poiché la telefonata, secondo Boccia sarebbe stata volontariamente resa nota dallo stesso ex ministro. 

I legali di Boccia e il richiamo all’Ordine dei giornalisti, Rai e Garante

Gli avvocati della donna, dopo aver sottolineato anche la bufera mediatica in cui è finita la loro assistita, richiamano l’attenzione dell’Ordine dei giornalisti, della Rai e del Garante per «l’ingiustificata inerzia dinanzi a tali accadimenti». Per gli avvocati dello studio studio legale Di Deco «l’opinione pubblica, come traspare dal dibattito sui social, si dice indignata per il mancato intervento e il silenzio di istituzioni, governo, principale emittente televisiva nazionale (Rai) e Ordine dei Giornalisti, che non hanno chiesto scusa né sanzionato chi ha diffuso accuse infondate. Questo, lamentano molti cittadini, rischia di legittimare la pratica della menzogna e della diffamazione, offrendo un pessimo esempio, soprattutto ai più giovani. Le accuse di manipolazione mediatica e ‘polveroni’ alzati ad arte per distogliere l’attenzione dalle reali responsabilità, stavolta, si intrecciano con un tema particolarmente sensibile: la violenza sulle donne. Il silenzio di politici e giornalisti, di fronte alla gogna mediatica subita per mesi dalla Boccia, appare imbarazzante e inaccettabile, alimentando la percezione di un potere capace di umiliare, denigrare e infangare impunemente, senza alcun segnale di ravvedimento o tutela nei confronti della vittima. La vicenda, emersa anche nell’inchiesta televisiva di Report, getta nuove ombre sull’uso strumentale dei media e della politica, riducendo al silenzio chi dovrebbe invece prendere posizione per difendere la dignità e i diritti fondamentali di ogni persona». Per questo, successivamente al deposito dell’atto, i difensori hanno provveduto a richiamare l’attenzione dell’Ordine dei giornalisti, della Rai e del Garante.

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