7 mila euro in più al mese e 1200 per i viaggi: quanto vale l’aumento di stipendio per ministri e sottosegretari non eletti
Il conto preciso lo fa Il Sole 24 Ore: per 17 ministri e sottosegretari che non sono deputati a partire dal 2025 lo stipendio aumenta di 7.193,11 euro al mese. L’emendamento alla Legge di Bilancio che prevede l’aumento dell’emolumento mensile aggiunge 3.503,11 euro della diaria che spetta a deputati e senatori e i 3.690 euro di rimborsi per l’esercizio del mandato. E ai settemila e più euro bisogna sommare anche altri 1.200 per le spese telefoniche e i rimborsi di viaggi. Che si sommano, naturalmente, ai 10.435 euro lordi di partenza. Tra i beneficiari ci sono Andrea Abodi, Carlo Nordio, Giuseppe Valditara. E poi Alessandro Giuli, Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, Alessandra Locatelli e Orazio Schillaci. Intanto aumentano la tassa d’imbarco per gli aerei e le tasse per i giochi online. E il concordato è un flop.
L’aumento dello stipendio dei ministri
Con l’emendamento per i componenti del governo che non hanno un seggio parlamentare si prevede l’allineamento non più dell’indennità, ma dell’intero trattamento economico. E così i 17 tra ministri e sottosegretari sommeranno ai 10.435 euro lordi al mese i 3.503,11 euro della diaria che spetta a deputati e senatori e i 3.690 euro di rimborsi per «l’esercizio del mandato». Anche se questi soldi servono al pagamento dei collaboratori e i ministri hanno già riempito gli uffici di staff a chiamata fiduciaria. Ai 7.193,11 euro totali si sommano i 1.200 annui per le spese telefoniche e i rimborsi di viaggio. Con l’emendamento arriva il divieto per parlamentari e presidenti di Regione di svolgere incarichi retribuiti al di fuori dell’Unione Europea. Una norma che serve a far arrabbiare Matteo Renzi, ma che colpisce anche gli eletti nelle circoscrizioni estere extraeuropee.
Il concordato è un flop
Intanto, nonostante la proroga al 12 dicembre, le adesioni al concordato preventivo biennale per i periodi d’imposta 2024-2025 sono 750 mila. È quanto sostiene l’Associazione Nazionale Commercialisti, i cui dati preliminari stimano «un incremento marginale, con una percentuale finale di adesioni compresa tra il 14% e il 18%, per un totale non superiore a 750.000 soggetti economici». Un risultato, evidenziano, «lontano dagli obiettivi prefissati». Che prevedevano entrate pari a 2,5 miliardi di euro. «La chiusura della stagione del Concordato lascia aperte molte domande», dichiara il presidente dell’associazione, Marco Cuchel. «Soprattutto sull’effettiva capacità dello strumento di raggiungere gli obiettivi di semplificazione fiscale e di equità. Se da un lato emerge la necessità di individuare nuove risorse per sostenere le promesse fiscali, dall’altro rimane il nodo della gestione delle politiche tributarie».
Gli altri aumenti
Repubblica fa sapere che da aprile 2025 aumenta di 50 centesimi l’addizionale comunale sui biglietti aerei per voli extra-Ue. La misura riguarda gli scali italiani che hanno un traffico superiore a 10 milioni di passeggeri annui. Nel 2023 hanno superato la soglia Fiumicino, Malpensa, Bergamo, Napoli, Venezia, Catania. Nel 2024 si aggiungono Linate e Bologna. L’incremento di gettito che è stimato in 5,33 milioni per il 2025 (la misura parte da aprile) e 8 milioni per il 2026. Borgomeo (Assaeroporti): siamo alla Torre di Babele, negli scali ci sono 6 diversi livelli di addizionale comunale.