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Migranti, il governo insiste sulla soluzione albanese. Piantedosi: «Siamo nel giusto, non abbiamo torto un capello a nessuno»

14 Dicembre 2024 - 19:15 Felice Florio
Il ministro dell'Interno, ad Atreju, rivendica l'appoggio di Bruxelles: «Von der Leyen ha detto di guardare alle esperienze del governo Meloni»

Sul palco di Atreju continuano a sfilare i ministri del governo Meloni e, nel pomeriggio di sabato 14 dicembre, tocca a Matteo Piantedosi affrontare il tema immigrazione. Lo fa dialogando con Yvette Cooper, sua omologa nel Regno Unito, moderati da Enrico Mentana. Il titolare del Viminale si sofferma a lungo sul caso dei centri per migranti costruiti dall’Italia in Albania: un’operazione controversa, sia per i costi – si stima una cifra complessiva di quasi un miliardo di euro – sia per il profilo giuridico. Tant’è che, al momento, le strutture sono vuote. Piantedosi, tuttavia, non mostra dubbi sulla bontà dell’iniziativa: «Noi siamo convintissimi di essere dalla parte del giusto, dell’applicazione del diritto, non abbiamo torto un capello a nessuno, assicuriamo in quel centro il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, lo facciamo secondo regole moderne di civiltà e anche giuridica. Riteniamo profondamente di essere dalla parte del giusto e dico che andremo avanti».

Il ministro dell’Interno ribadisce che i diritti fondamentali dei migranti sono comunque garantiti con la soluzione albanese e che, insieme, il lavoro dell’esecutivo si concentra sul «cercare di evitare che un meccanismo nobile come quello dell’asilo venga utilizzato strumentalmente per eludere le regole di ingresso». Piantedosi, al Circo Massimo, insiste: «Noi con l’Albania andremo avanti. Sono stato due giorni fa a Bruxelles, è l’elemento cardine dell’interesse delle politiche dell’Unione Europea. C’è stato un pronunciamento anche di Ursula von der Leyen, che ha detto che per le politiche migratorie dovremmo guardare proprio all’esperienza del governo Meloni. Il centro in Albania alla peggio avrà una totale copertura normativa nell’evoluzione dei regolamenti europei al giugno 2026, ma dalla discussione che abbiamo fatto nel Consiglio giustizia-affari interni è emerso che la Commissione intende emanare entro la prossima primavera una direttiva sui rimpatri per rafforzare il sistema comune europeo e arrivare in qualche modo a una definizione più tassativa di elementi come quello dei Paesi terzi sicuri».

Un estratto video dell’intervista a Piantedosi

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