Arriva il picco dell’influenza. I sintomi da non sottovalutare e come proteggersi davvero
Dopo settimane di contagi e vaccinazioni, sembra mancare molto poco ai giorni del picco più alto in cui il virus influenzale raggiungerà la massima diffusione. Nella settimana di Natale e quindi entro la fine del mese di dicembre i casi registrati nel nostro Paese raddoppieranno con il raggiungimento del picco tra la fine dell’anno e i primi giorni del 2025. La previsione commissionata dall’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ed elaborata da Isi Foundation (Istituto per l’Interscambio Scientifico) per l’Italia si inserisce in un quadro europeo di alta diffusione: «Il carico influenzale quest’anno dovrebbe mantenersi sui livelli della stagione 2023/2024 in Italia, mentre in Europa ci si aspetta una diffusione più elevata dei casi simil-influenzali rispetto alla stagione precedente. A confermarlo anche i primi dati ufficiali pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità», spiega il documento di Isi Foundation. E mentre da nord a sud, le Regioni tentano di attrezzarsi per prevenire il caos del picco, è sempre più importante avere chiara l’importanza della vaccinazione e dei falsi miti su come curare i fenomeni virali legati alla stagione.
Come si muovono le regioni
In Liguria ci si prepara ai giorni festivi con 75 studi medici che rimarranno aperti, un piano per alleggerire i pronto soccorso spesso assaliti. Oltre a questo anche 150 posti di degenza in più nelle Rsa. Sulla stessa scia anche la Lombardia, dove proprio in vista del picco influenzale è stata avviata la sperimentazione tramite HotSpot al fine di riuscire a gestire sintomi del virus e segnalazioni: gli influenza point saranno aperti 24h, 7 giorni su 7. L’iter prevederà prima una chiamata al numero unico 116117 e poi la gestione da parte degli operatori sanitari del singolo caso. I medici valuteranno la necessità di indirizzare il paziente in questione all’hotspot di assistenza per poi intervenire. In Puglia invece si corre con i vaccini: sulle 150mila dosi assegnate alla Medicina generale ne sono state somministrate il 95%. Un record per il territorio che l’anno scorso aveva invece visto avanzare più di 50mila dosi di vaccino. Stesso scenario in Toscana, dove si registra un aumento di vaccinazioni rispetto al 2023, con 80mila persone in più che hanno deciso di proteggersi contro il virus. In Sicilia i casi continuano ad aumentare, con particolare rilievo per i sottotipi H3N1 E AH1N1, noti come influenza australiana e influenza suina.
Vaccinazione
Nel mese di novembre l’influenza ha già costretto a letto quasi un milione e mezzo di italiani, in molti casi con sintomi gravi. Il piano vaccinazioni cominciato nel mese di ottobre ha messo a disposizione otto vaccini, mirando a una copertura del 75% tra i gruppi di popolazione più a rischio. La possibilità di proteggersi è stata data gratuitamente agli over 60, ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, a chi soffre di malattie croniche, agli anziani delle Rsa e ai familiari di persone ad alto rischio di complicanze. La vaccinazione rientra nei passi preventivi più utili da fare, con una riduzione significativa del rischio sia di contrazione che di gravità dei sintomi. Una scelta consapevole soprattutto dei rischi portati dal virus influenzale da non sottovalutare: ogni anno l’influenza causa ospedalizzazioni e decessi in tutto il mondo, secondo il monitoraggio RespiVirNet solo in Italia si registra una media di 349 decessi giornalieri legati ai virus respiratori tra cui proprio l’influenza. Alla fine del dicembre 2023 si è arrivati a 450 decessi a settimanali solo legati al virus influenzale. Cosa funziona davvero?
Tra rimedi della nonna, consigli di amici e integratori di moda, spesso si rischia di affidarsi a informazioni non corrette. Facciamo chiarezza.
Fare incetta di vitamina C?
Uno dei rimedi più diffusi è il consumo massiccio di vitamina C per prevenire o curare l’influenza. Ma cosa dice la scienza? La vitamina C è indubbiamente essenziale per il nostro organismo: contribuisce al corretto funzionamento del sistema immunitario e ha un effetto antiossidante. Tuttavia, numerosi studi hanno dimostrato che assumere dosi extra di vitamina C non previene l’influenza. In alcune situazioni, come negli sportivi che praticano attività fisica intensa, potrebbe ridurre lievemente la durata e la gravità dei sintomi. Per la maggior parte delle persone, però, il suo effetto è limitato. La dose giornaliera raccomandata è di circa 75-90 mg al giorno, facilmente raggiungibile con una dieta equilibrata che includa frutta e verdura.
Gli integratori: quali servono davvero?
In commercio esistono moltissimi integratori che promettono di rafforzare il sistema immunitario e proteggere dall’influenza. Diamo un rapido sguardo a quelli più comuni:
- Zinco: Alcuni studi suggeriscono che lo zinco possa ridurre la durata del raffreddore
comune se assunto entro 24 ore dai primi sintomi. Non ci sono prove altrettanto solide
per quanto riguarda l’influenza. Attenzione a non eccedere, perché dosi troppo elevate
possono causare effetti collaterali come nausea e diarrea. - Vitamina D: La vitamina D è fondamentale per il sistema immunitario, e una sua
carenza può aumentare il rischio di infezioni respiratorie. In inverno, quando
l’esposizione al sole è ridotta, può essere utile integrarla, ma sempre sotto consiglio
medico. - Probiotici: Esistono evidenze che suggeriscono un ruolo positivo dei probiotici nella
prevenzione delle infezioni respiratorie, inclusa l’influenza. Favorendo un microbiota
intestinale sano, i probiotici possono supportare le difese immunitarie. - Echinacea: Questa pianta è spesso associata alla prevenzione del raffreddore e
dell’influenza. Gli studi sono contrastanti: alcuni mostrano un lieve beneficio, altri
nessun effetto rilevante. Non è un rimedio miracoloso, ma potrebbe avere un piccolo
ruolo.
Antibiotici contro l’influenza?
Stiamo parlando di un virus e non di una malattia causata da batteri, dunque gli antibiotici non sono i farmaci giusti a cui ricorrere appena si avvertono sintomi influenzali. Open ha già parlato della pericolosità di auto terapie e utilizzo sconsiderato di antibiotici, comportamenti che continuano a rinforzare batteri speciali resistenti ai farmaci. La cura antibiotica può essere prescritta da un medico in caso di necessità.
Alcol per “disinfettare”
Bere alcolici per combattere i virus è un falso mito. L’alcol non uccide i virus influenzali e, anzi, può indebolire il sistema immunitario se consumato in eccesso.
Bagni caldi per abbassare la febbre
Sebbene un bagno caldo possa dare sollievo, non è un metodo efficace per curare l’influenza o abbassare la febbre. Inoltre, sbalzi termici eccessivi possono essere controproducenti.