In Evidenza ENISiriaUSA
MarracashMusicaPinguini Tattici NucleariSuoni e VisioniTony Effe

Bravi i Pinguini, epocale Marracash, noiosi Il Volo. E che disastro Tony Effe – Le recensioni delle nuove uscite della settimana

15 Dicembre 2024 - 21:23 Gabriele Fazio

Pinguini Tattici Nucleari – Hello World

È grande il cuore dei Pinguini Tattici Nucleari, perché è dura andare avanti senza lasciare indietro nessuno, tirarsi questo gigantesco e gioioso carro. Questo è il segreto per avere successo, per far volatilizzare un numero di biglietti a sei zeri, per diventare un punto di riferimento autentico, inamovibile, per un’intera generazione. Andare avanti, prima di tutto, che è fondamentale, quindi evitare di ricalcarsi, di battere lo stesso tasto solo perché quello è un punto particolarmente fortunato, un terreno fertile dove coltivare piantagioni di stream e followers, che sono ormai la moneta corrente della musica italiana. Senza lasciare indietro nessuno poi, e per farlo, comunque, proseguendo sulla tua strada, non puoi tradirti, perché in quel percorso non sei più da solo, ciò su cui apponi la tua firma non appartiene solo a te, ma a tutte quelle persone – tante in questo caso – che aspettano con ansia di poter specchiare la propria vita nelle tue canzoni. Per questo la musica pop è importante, per questo è importante farla bene, con autenticità, senza mostrare i muscoli, senza indicare orizzonti di plastica, ma cantando l’ora, il presente al millimetro, giocando all’altezza di chi ti ascolta. Altrimenti poi regalare un abbraccio, una carezza, una pacca su una spalla viene troppo difficile e il solco che si crea tra chi sta sul palco e chi sta sotto diventa incolmabile, simile a quello di chi guarda la tv con quelli che ci stanno dentro a farla. Sai che sono esseri umani, sai che esistono, che vanno a fare la spesa da qualche parte, ma non hanno una consistenza che, per quanto ti riguarda, va oltre quella di Babbo Natale o Terminator.

I PTN invece sono di carne e ossa, i brani di Hello World ce lo dimostrano, dentro ci troviamo sangue e bivi, dubbi e amore, le sconfitte. In un mondo in cui tutti vogliono portare la torcia Olimpica, vogliono vincere, stracciare con rabbia, prendersi il proscenio, togliendo così profondità alle cose della vita che non canta più nessuno, preferendo cantare film americani, avventure stratosferiche, senza anima, senza poesia, senza interesse alcuno, dribblando la normalità, come se nessuno la abitasse più. Le canzoni dei Pinguini Tattici Nucleari e i relativi numeri che ottengono ci dicono tutt’altro, ci dicono che invece c’è un mondo reale lì fuori che vuole essere raccontato, da chi lo vive per chi lo vive, che esiste un sentimentalismo puro, innocuo, centrale nelle vite degli ascoltatori, che esiste un universo di emozioni che sono ancora il nostro pane quotidiano. Quelle che fanno il bello e cattivo tempo nelle nostre giornate e dalle quali non si scappa con le droghe, con il sesso disinteressato o flexando i soldi del Monopoly. Perché la vita è fatta di cose vere e serve che qualcuno parli di cose vere, pur ammorbidendole con una lettura semplice e realistica, trasformando le brutture in pura malinconia, l’euforia in hit. Hello World è pieno di hit: Burnout, Romantico, ma muori, Per non sentire la fine del mondo, Islanda, Nevica, tutti brani pronti ad esplodere nei live. Ma è anche pieno di brani che ti costringono a un bel sospirone, tipo Amaro, che è un brano che ti spolpa senza alcuna pietà o Migliore, valido al di là della terribile storia che l’ha ispirato.

La vita insomma, che si insinua tra i pezzi di questo magnifico puzzle, per completarlo, per restituirci un’immagine definitiva, una fotografia da appendere al frigo e riguardare quando pensiamo che certi momenti non esistono. Una foto in cui non ci sono solo sei persone, perché i Pinguini Tattici Nucleari non sono composti da sei persone, ma da milioni di anime che si ritrovano all’ombra di quel simbolo, yin e yang, affatto casuale, che rappresenta l’equilibrio sul quale si gioca questo gioco, così come le gesta artistiche dei PTN. Anime che non si ritrovano semplicemente in una serie di canzoni oggettivamente efficaci, ineccepibili per come sono pensate, realizzate e proposte, ma in un modo di guardare alla vita, in un abbraccio, una carezza, una pacca su una spalla lungo la strada in cui questa band orgogliosamente di provincia, composta non da bravi ragazzi ma da ragazzi veri, in quella che è forse la massima espressione di umanesimo pop dai tempi degli 883, non ti lascia mai solo. Hello World è un bellissimo disco in cui vengono dette cose bellissime, un disco pieno di canzoni che ti danno e di canzoni che pretendono qualcosa, canzoni che sono fatte della stessa sostanza della quale è fatto il tuo esistere, battono il ritmo dei tuoi pensieri.