Sargonia Dankha scomparsa in Svezia nel 1995, condannato all’ergastolo Salvatore Aldobrandi per il femminicidio
Dopo 29 anni di mistero, il cold case della sparizione di Sargonia Dankha, giovane di origini irachene naturalizzata svedese, che scomparve il 13 novembre 1995 a Linköping, in Svezia, ha trovato una conclusione giudiziaria. Salvatore Aldobrandi, 75 anni, pizzaiolo e ristoratore originario di San Sosti (Cosenza) e residente a Sanremo, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Imperia per omicidio volontario aggravato da motivi abietti di quella che allora era la sua compagna 21enne. Il caso era fermo da quasi trent’anni – in Svezia non possono essere emesse condanne per omicidio se non viene trovato il corpo, dunque l’uomo era stato arrestato e poi rilasciato nel 1996 – ma è stato riaperto nel 2023 in Italia, quando sono state ricondotte a Dankha delle tracce di sangue nell’auto del pizzaiolo settantacinquenne, che nel 1995 gestiva un ristorante in Svezia.
«Il possesso e l’ossessione» di Aldobrandi per Sargonia
La sentenza è stata letta dal presidente della Corte, Carlo Alberto Indellicati, al termine di un lungo fine settimana di camera di consiglio. Sono state accolte le richieste dei pubblici ministeri Maria Paola Marrali e Matteo Gobbi, tra cui una provvisionale di 300 mila euro per la madre della vittima, 100 mila euro per il fratello e 14 mila euro per le spese legali di parte civile. La difesa, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Cravero, ha contestato le prove, chiedendo l’assoluzione o almeno l’esclusione dell’aggravante e la concessione delle attenuanti. L’avvocato di Aldobrandi ha annunciato il ricorso in Appello dopo la pubblicazione delle motivazioni – nelle quali si legge di una costante relazione con Sargonia «caratterizzata dal possesso e dall’ossessione» – determinanti per l’ergastolo.