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Francesca Fagnani dalla bocciatura a catechismo alla lite con Mammucari: «Un comportamento inaccettabile»

16 Dicembre 2024 - 06:50 Alba Romano
francesca fagnani teo mammucari belve
francesca fagnani teo mammucari belve
La conduttrice di Belve e la morte della madre: non c'è giorno in cui non pensi a lei

Francesca Fagnani è stata bocciata a catechismo: «Avrei dovuto fare ricorso al Tar. Sono credente, anche se non partecipo a nessuna pratica, mi mantengo in una posizione di comodo. Ma non posso pensare di non rivedere un domani mia madre: insomma, forse sono credente solo per bisogno, ma non posso farne a meno, non posso pensare che è finito tutto qua e di non rivederla mai più». In un’intervista a La Stampa oggi la conduttrice di Belve racconta della morte della madre: «Non c’è giorno in cui non pensi a lei. È morta nove anni fa e più di tutto mi manca la possibilità di dirle quanto la amo. Però la ritrovo in tutto quello che faccio, dalle ricette al carattere che è – o spero che sia – l’eredità più importante che mi ha lasciato».

La lite con Mammucari

Fagnani parla della lite con Teo Mammucari a Belve: «Io non volevo assolutamente metterlo all’angolo, ho preparato la sua intervista come tutte. Evidentemente lui non si sentiva realmente pronto per una intervista libera e aperta. Piuttosto mi ha stupito l’ondata incredibile di affetto e solidarietà da parte di ragazze e ragazzi di fronte a un comportamento inaccettabile. Si vede che certi modi di fare iniziano a non essere più condivisibili, specie per i più giovani». Lei è molto apprezzata dai giovani perché è un po’ senza pudore: «Non si riconoscono in certi programmi e modi di parlare un po’ paludati». Anche se «ci sono stati personaggi che non ce l’hanno fatta a reggere quel tipo di intervista. Io capisco la timidezza, la ritrosia, per carità. Però ci sono state certe interviste difficili e non sono mai state quelle con litigi o frizioni, ma quelle in cui l’ospite rispondeva a fatica».

Claudia Pandolfi

Nel colloquio con Alberto Infelise dice che le è rimasta impressa l’intervista con Claudia Pandolfi: «È stata la personificazione del fascino. Tutti siamo un insieme di pregi, difetti e contraddizioni, di momenti di crisi che ci rendono interessanti. I fenomeni non sono interessanti, non hanno fascino, non fanno scattare identificazioni. Raccontare della propria vita in modo onesto è sempre una esposizione rischiosa, ma funziona, danno di loro un’immagine inedita che porta bene. Se arrivi senza voler fare il fenomeno è meglio. Mentre a breve uscirà quella con Jovanotti: «Ha raccontato tutte le difficoltà degli ultimi tempi, con sincerità disarmante. Ma lui ha risorse interiori enormi, che lo aiutano a essere reattivo. Ha talmente coltivato il suo mondo interiore con viaggi, letture, amore per la sua la famiglia che si è creato una capacità di reazione che non tutti hanno».

La prepotenza

Fagnani lo chiede ai suoi ospiti, ma anche lei ha un difetto: la prepotenza: «Lo vivo come un modo di essere molto entrante e poco incline al compromesso. La determinazione è una cosa positiva, un pregio, ma la prepotenza no. Dopodiché non è che un difetto causi dei danni a chi ne è portatore: anche l’egoismo è un difetto, ma non è detto che danneggi chi è egoista». Ha intervistato Giorgia Meloni nel 2018: «Era la leader di un piccolo partito molto maschile ed era anche allora una leader con lo stesso piglio che ha dimostrato in seguito. In quella intervista aveva tirato fuori una grande umanità, fatta di ironia e autoironia. Era stata molto divertente e molto aperta a ricevere qualsiasi tipo di domanda».

Giorgia Meloni

Adesso, invece, «sembra che abbia perso queste qualità, forse per il peso della responsabilità che porta sulle spalle. Quella che dà ora è l’impressione è di una grande solitudine lì attorno a lei». Lei invece non ha appartenenza politica: «Certamente sui diritti individuali sono assolutamente spostata a sinistra. Ma per il resto mi definirei liberale». Infine, spiega perché non può fare a meno di Roma e della sua gente: «L’altro giorno ero in auto per strada, una macchina che mi precedeva non partiva facendomi perdere tempo, così ho suonato il clacson. Un tizio, dall’auto vicino a me mi fa segno di abbassare il finestrino, io lo abbasso e lui mi dice, con grande calma: “Certo, pure tu, ‘nte potevi svejà un po’ prima?”. Capisce?».

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