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L’Iran resta a secco: «Manca il carburante». Scuole chiuse per il terzo giorno di fila

16 Dicembre 2024 - 23:23 Alba Romano
La carenza di carburante, esacerbata dall’ondata di freddo, ha costretto le autorità di Teheran a sospendere le lezioni per ridurre i consumi

L’Iran chiude le scuole per il terzo giorno consecutivo. La carenza di carburante, esacerbata dall’ondata di freddo, ha costretto le autorità di Teheran a sospendere le lezioni per ridurre i consumi. I media locali hanno inoltre riferito che diverse centrali elettriche del Paese sono fuori uso. L’Iran è un colosso energetico che, secondo l’Energy Information Administration (EIA), possiede le seconde riserve di gas naturale e le terze di petrolio al mondo. Ma nelle ultime settimane i cittadini iraniani sono stati costretti a razionare elettricità e riscaldamento a causa della mancanza di carburante e gas. Giovedì scorso, il presidente Massoud Pezeshkian ha chiesto agli iraniani – con un video sui social – di abbassare di due gradi la temperatura all’interno delle proprie abitazioni per risparmiare energia. 

La rete elettrica iraniana soffre per la mancanza di investimenti nelle infrastrutture, soprattutto a causa delle sanzioni occidentali che impediscono l’afflusso di denaro e tecnologie. Ma non solo: a esasperare la situazione anche la cattiva gestione e gli ingenti sussidi statali – scrive il Financial Times – che incoraggiano un elevato consumo di carburante e sovraccaricano lo Stato a corto di liquidità. La crisi economica ed energetica è così grave che il presidente ha ammesso a settembre che il governo aveva difficoltà a pagare i lavoratori e stava quindi ricorrendo al Fondo nazionale per lo sviluppo dell’Iran, ovvero un fondo sovrano che dovrebbe salvaguardare gli attuali ricavi del petrolio per le generazioni future. Stando alle stime del FT, gli iraniani pagano meno di tre centesimi di dollaro Usa per un litro di benzina: insieme a Libia e Venezuela sono i Paesi con le tariffe più basse al mondo. Secondo il Fondo monetario internazionale l’Iran è il paese che spende di più, in rapporto al Pil, per sovvenzionare i prezzi dell’energia e dei carburanti: 163 milioni di dollari nel 2022 (oltre il 27% del prodotto interno lordo). Teheran non intende tagliare i sussidi per i timori di una reazione violenza da parte della popolazione. Nel 2019 infatti l’aumento dei prezzi della benzina fece scoppiare grandi proteste in varie parti del Paese. 

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