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Malena, il porno, la verginità e la fede: «È un mondo pericoloso, rischi di non tornare più a casa»

16 Dicembre 2024 - 07:07 Alba Romano
filomena mastromarino malena sesso porno suora
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FIlomena Mastromarino si racconta, dal catechismo alla malattia della madre. E dice che nel suo periodo a luci rosse le mancava «la possibilità di avere un uomo al mio fianco»

Filomena Mastromarino in arte Malena si è pentita della pornografia. Perché è «peccato». Ed è troppo pericoloso. Dice di aver scelto i set a luci rosse «per ribellione». Ma nell’intervista che rilascia a Hoara Borselli per il Giornale dice anche di essere molto credente: «Pensa che in adolescenza ho addirittura pensato di farmi suora. Invece di uscire con gli amici il sabato andavo al catechismo». Voleva prendere i voti: «La fede e la religione per me erano tutto». E rivela: «Mia madre tempo fa ha avuto un tumore al seno, fortunatamente superato, e oggi si è ripresentato. Non al seno. Soltanto la fede mi sta aiutando a superare questo difficilissimo momento di paura. Siamo in attesa di una risposta. Prego tutto il giorno, tutti i giorni, affinché possano dirci che è benigno».

L’infanzia

La sua infanzia è stata caratterizzata da un’educazione abbastanza rigida: «Divieto assoluto di dire parolacce e assoluto rigore nello stare seduti a tavola. Fino ai sei anni sono stata seduta sul seggiolone per stare composta e alla stessa altezza dei grandi». Da ragazza sognava «di fare la maestra. Amavo tantissimo leggere e studiare. Anche quando frequentavo il catechismo la fede la studiavo come una scienza. Non la vedevo come un mistero ma come una realtà». Sulla possibilità di diventare suora ha cambiato idea perché si è «innamorata di un ragazzo. La sensazione è stata talmente bella da aver capito che non potevo rinunciare a quelle emozioni. Anche se oggi penso che se mi fossi fatta suora starei sicuramente meglio».

Il porno, la verginità e la fede

«Prima di arrivare al porno ci tengo a dire che per me la perdita della verginità è stato un passo importante che non ho vissuto con leggerezza. Solo dopo un anno di fidanzamento feci quel passo. Ho sempre considerato la verginità un valore importantissimo. Era sacra», fa sapere. «Ogni scelta che ho fatto nella mia vita, ripensandoci adesso, è stata l’opposto di quello che il cuore mi diceva di fare. Una sorta di ribellione», aggiunge. Voleva ribellarsi «a quel “fai questo perché sei portata”. Fai il liceo classico perché sei portata. E ho fatto lo scientifico. Non mettere gonne corte…». Il porno, invece, è stato «uno sbaglio e sono certa di aver già pagato. Avrei dovuto riflettere di più. Mi sono fatta trascinare dal gioco. Mi sono fatta male da sola come donna».

L’ingresso nel mondo a luci rosse

L’ingresso nel mondo a luci rosse è dovuto proprio a questo: «Avevo una relazione con un uomo di cui non ero ufficialmente la donna, ero l’altra, quindi nella mia testa è scattato questo: “Visto che non posso essere tua sarò degli altri”. Da quel momento il porno entra nella mia vita». Ai suoi genitori non glielo ha mai detto: «Lo hanno scoperto dalla tv. Non volevo essere fermata e non volevo dare a mia madre la responsabilità, nei confronti di mio padre che da diciassette anni vive all’estero, di non avermi fermata».

L’ambiente

Poi ha mollato. Perché «non mi piaceva più ciò che accadeva intorno all’ambiente del porno. La trasgressione è bella se vista come alternativa. Era diventato tutto un’esagerazione. Non era più un vizio ma un peccato. E mi sentivo responsabile di un sistema». Ovvero «quello di illudere povere ragazze che un giorno sarebbero diventate come me. E io mi sento in colpa per questo. È un mondo pericoloso». C’è il pericolo «di non tornare a casa. Tu esci, vai a lavorare e poi torni sola. Nessuno ti riaccompagna. Una volta uscita dal set nessuno si preoccupa più di te. Non c’era umanità». Di quel periodo le mancava di più «la possibilità di avere un uomo al mio fianco. Qualsiasi uomo mi vedeva sempre come Malena non come Filomena. Di Filomena non fregava nulla. Volevano Malena “sex symbol” e senza il sex era come se non fossi niente».

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