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Ottavia Piana, la speleologa bloccata per la seconda volta a Bueno Fonteno: «È a 3 km dall’uscita, ha detto che non scenderà più in una grotta»

speleologa bloccata bueno fonteno ottavia piana operazioni soccorso
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La 32enne è una speleologa esperta, rimasta già vittima di un incidente lo scorso anno nello stesso abisso che è ancora inesplorato e molto pericoloso. Per tirarla fuori potrebbero volerci ancora più di 30 ore

Proseguono lentamente e faticosamente le operazioni di salvataggio di Ottavia Piana, la speleologa intrappolata per la seconda volta in 17 mesi nella grotta Abisso Bueno Fonteno, tra il lago di Iseo e quello di Idro. Un dedalo inesplorato e pericolosissimo, nel quale la 32enne si era immerso nuovamente con un gruppo di colleghi impegnato a mapparlo per la prima volta. In questo momento si trova a circa 3 chilometri dall’uscita della grotta. I soccorritori l’hanno raggiunta nel pomeriggio di ieri 15 dicembre e i soccorsi stanno proseguendo per tutta la notte. Ma ci vorrà tempo, molto tempo. Circa un centinaio i soccorritori coinvolti. Una ventina all’interno, con trapani e la possibilità di utilizzare l’esplosivo per allargare i cunicoli e far passare la barella. Altri 70 in superficie a coordinare le operazioni. Per tirarla fuori in sicurezza potrebbero volerci ancora più di 30 ore: la speranza è di riuscirci entro mercoledì sera. «Ha detto che non scenderà più in una grotta», spiega a Repubblica il medico che l’ha soccorsa, Rino Bregani, del Policlinico di Milano, «è una sfida medica, allerta massima. Ora è più tranquilla, ma sa cosa l’aspetta». Dopo la caduta di 5 metri, ha riportato fratture a entrambe le cadute, nella risalita ha già perso coscienza 2.3 volte ma ora, data la situazione, sta bene. «Ha detto di voler abbandonare per sempre la speleologia», ha aggiunto Bregani.

La Grotta Abisso Bueno Fonteno

L’Abisso Bueno Fonteno è la grotta più estesa della Bergamasca. È caratterizzata da grotte, canyon, e pareti verticali e ha una lunghezza complessiva di 19 chilometri. La scoperta risale al 2006, mentre nell’anno successivo sono stati individuati altri due rami: Hydrospeed e Fangul. Si trovano a 450 metri di profondità. All’interno ci sono corsi d’acqua che diventano torrenti durante le piogge. A fine 2012 la scoperta di un nuovo labirinto sotterraneo con circa 10 chilometri di sviluppo a 500 metri di profondità. Nel luglio 2023 Piana venne tirata fuori in un paio di giorni. Stavolta avrebbe fratture anche al torace. Istruttrice presso lo Speleo Cai di Lovere, voleva effettuare la mappatura morfologica di quei tunnel. È scivolata alle 18 di sabato 14 dicembre.

La caduta

«Aveva trovato quel ramo la settimana scorsa, dopo aver liberato un “sifone” che era allagato», spiega al Corriere Maurizio Finazzi, presidente del club. Fino ad oggi sono stati esplorati 36 chilometri di gallerie dell’abisso, ma «quelle ancora non mappate, probabilmente, sono anche di più. So che Ottavia aveva topografato circa 600 metri di quel ramo». L’assenza di dati sulle caratteristiche geomorfologiche del punto in cui si è fatta male è uno degli elementi che complica l’azione dei soccorritori. «Tra me e Ottavia c’era un chilometro», racconta uno speleologo che ha partecipato all’esplorazione. «Un ragazzo che ha assistito all’incidente mi ha raggiunto. Gli ho detto di seguirmi, visto che sapeva tutto abbiamo chiamato insieme i soccorsi».

L’esperienza

«Ottavia è un’istruttrice e una speleologa esperta», dice ancora Finazzi: «Ha esplorato anche altre grotte dalle parti di Lecco e dell’Arera». Mauro Guiducci del Soccorso Alpino dice che «ora siamo più ottimisti. Ma i tempi possono anche essere lunghi e al momento è difficile fare previsioni, sono tante le variabili che influiscono. Di sicuro dobbiamo considerare come Ottavia risponderà al trasporto. Dovrà stare perfettamente immobile sulla barella, magari si stancherà. In caso chi è con lei dovrà fermarsi. C’è anche una zona a rischio frana. Ma nel frattempo dovrà già essere stata aperta la strada per il ritorno». Attualmente Ottavia «p stabile, parla, e con lei ci sono un medico e un infermiere che si occupano di sostenerla, acqua, barrette».

L’esplosivo

La Repubblica fa sapere che nella zona in cui si trova la speleologa c’è un budello di roccia che va allargato per permettere il passaggio della barella. Sono state individuate alcune microcariche esplosive a Verona. Escluso l’uso dei martelli pneumatici, perché ci metterebbero troppo tempo. «Ottavia ha detto di avvertire il fidanzato, di dirgli che sta bene. Siamo pronti a restare qui per giorni», fanno sapere i soccorritori. Finazzi è lo spelologo che ha scoperto la grotta: «Ero in esplorazione con altri due colleghi del Cai di Lovere. Abbiamo sentito l’aria fredda che usciva dal terreno. Dopo un po’ sono iniziati gli scavi e abbiamo trovato i primi cunicoli. Ricordo che era piena di massi, poi pian piano si è aperta su ambienti più grandi».

Inesplorata

La grotta «è ancora per molta parte inesplorata. Si va avanti per la curiosità di scoprire, è un po’ come per chi va sulla luna. Siamo stati su Marte, ma non sappiamo ancora cosa abbiamo sotto i piedi», aggiunge Finazzi. E sul salvataggio: «Sono ottimista, andrà tutto bene. Anche se ci vorrà un po’ di tempo per riportare Ottavia a casa. L’anno scorso ci sono voluti due giorni, questa volta Ottavia era più in profondità». Anche se lei di solito «prima di fare qualche movimento azzardato ci pensa, quindi non capisco cosa sia andato male. L’anno scorso le è caduto un pezzo di roccia addosso. Non vorrei che fosse successa la stessa cosa. Sarebbe stata proprio sfortunata. Lei svolge attività in maniera abbastanza intensa, dal 2016, prima o poi può capitare qualcosa».

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