L’aumento di stipendio per i ministri e gli staff che già costano 4 milioni l’anno: «Ma è giusto così»
7.193,11 euro al mese. E altri 1.200 per le spese telefoniche e i rimborsi dei viaggi. Ma l’aumento di stipendio per i ministri non parlamentari deciso dal governo Meloni è curioso anche per un altro motivo. Perché la misura prevede il rimborso per gli assistenti. Ma in realtà gli otto interessati hanno già i loro assistenti. Ovvero un esercito di 210 persone tra staff, collaboratori esterni e consulenti. Che arriva a costare quasi quattro milioni di euro l’anno. E il provvedimento vale anche per i sottosegretari. Mentre il neoministro per gli Affari Europei Tommaso Foti dice che equiparare gli stipendi è giusto: «Quello che non è giusto è pagare un ministro meno di un altro a parità di responsabilità. Solo perché non è eletto in parlamento. A maggior ragione con un ventaglio così ampio di incompatibilità».
Quanto mi costi?
A calcolare oggi il peso degli staff degli otto ministri non parlamentari è oggi La Stampa. Che prima di tutto fa il conto dei consulenti per ogni ministro non parlamentare. Andrea Abodi, responsabile dello Sport, ne conta in totale 16. Sono 83 invece gli addetti della responsabile del Lavoro Marina Calderone, per un costo annuo di 304.725 euro. Per Guido Crosetto lavorano in 18 con compensi complessivi di 663.880 euro. In 21 sono al servizio di Alessandro Giuli per un compenso totale di 792.959 euro. Anche per Alessandra Locatelli non è possibile ricostruire il costo dei sei consulenti. Mentre i 18 di Matteo Piantedosi si mettono in tasca 831.524 euro di soldi pubblici. Quelli di Orazio Schillaci sono 17 e hanno un compenso totale di 360 mila euro. Infine, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ne ha 31 che costano 900 mila euro.
Il totale
Il totale, dice La Stampa, arriva a 210. La spesa complessiva ammonta a 3.835.089 euro. L’aumento di stipendio per ministri non parlamentari invece vale 7.193,11 euro al mese. L’emendamento alla Legge di Bilancio che prevede l’aumento dell’emolumento mensile aggiunge 3.503,11 euro della diaria che spetta a deputati e senatori e 3.690 euro di rimborsi per l’esercizio del mandato. A cui bisogna sommare anche altri 1.200 per le spese telefoniche e i rimborsi di viaggi. Che si aggiungono, naturalmente, ai 10.435 euro lordi di partenza. E in Europa come funziona? In Germania la retribuzione del Cancelliere federale somma il compenso da premier e quello da membro del parlamento. Olaf Sholz guadagna così 343.300 euro l’anno.
Il confronto con l’Europa
I ministri federali tedeschi vantano uno stipendio di 17.990 euro al mese e una franchigia annua di circa 3.681 euro. In Francia la retribuzione di Emmanuel Macron è pari a 141.696 euro annui mentre il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha un trattamento mensile pari a 10.647 euro. Il premier spagnolo si ferma a 85 mila euro lordi e il salario della sua ministra della Difesa, Margarita Robles Fernández, è di 6.617,93 euro. E ancora: in Irlanda il primo ministro porta a casa 243.895 euro all’anno. In Svezia lo stipendio mensile del primo ministro è di 191.000 corone svedesi, ovvero 16.548,93 euro, mentre i ministri ricevono 150.500 corone svedesi al mese pari a 13.039,86 euro.
«Ma è giusto»
Il ministro Foti proprio a Nicolò Carratelli per La Stampa dice che l’aumento è «una cosa di buon senso, perché non è giusto pagare un ministro meno di un altro, a parità di funzioni e responsabilità, solo perché uno non è eletto in Parlamento. A maggior ragione con un ventaglio così ampio di incompatibilità con altri incarichi, che penalizza soprattutto i ministri tecnici». Foti non si nasconde che «per queste cose non è mai un momento buono, ma l’impatto a livello economico è davvero minimo. In ogni caso, mi pare sia un emendamento dei relatori, non del governo».