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Aerei, treni, autobus: i rincari di Natale. Il Milano-Catania a 400 euro: «Sono tre anni che non vado a casa per le feste»

17 Dicembre 2024 - 08:51 Antonio Di Noto
caro voli natale non torno a casa
caro voli natale non torno a casa
Mentre la domanda per i voli aumenta del 10%, i prezzi salgono del 184% in media, con picchi del 1.000% rispetto alla bassa stagione

Torna ad avvicinarsi il Natale e tornano a salire i prezzi di voli, treni, autobus e altri mezzi di trasporto su cui chi vive lontano dalla propria famiglia deve fare affidamento per tornare dai propri cari. Secondo un’indagine di Altroconsumo, sotto le feste, il prezzo degli aerei aumenta di 11 volte rispetto alla bassa stagione. Ad esempio, se si vola da Milano-Catania a gennaio, il costo a tratta è di 34 euro. Lo stesso aereo preso a fine dicembre ne costa 389, il più costoso tra quelli in considerazione. Partendo da Roma il prezzo diminuisce, ma non così tanto: 298 euro per Catania e 293 per Palermo. Per Cagliari? 288.

Aerei

Secondo l’indagine, che ha rilevato i prezzi a novembre per partenze a fine dicembre, ad aver subito i rincari maggiori sono i voli da Milano verso Lamezia Terme, Napoli e Bari. L’unica tratta che sotto Natale costa meno è la Roma Milano. La situazione si complica ancor di più se a viaggiare, anziché una singola persona è un’intera famiglia. Solo per l’andata da Milano a Catania si spendono 1.284 euro. Per andare a Bari ce ne vogliono 813. E la domanda, fa notare Altroconsumo, sale molto meno dei prezzi. La prima infatti è cresciuta in media del 10%, i secondi del 184% in media.

Treni e autobus

E chi deve attraversare l’Italia in lungo non può dirsi sicuro nemmeno prendendo il treno. Normalmente da Milano a Napoli si pagano 76 euro. Ma se manca poco a Natale se ne pagano 176. Ci sarebbe il treno notturno istituito dalla Regione Sicilia, ma i 500 posti disponibili sono andati venduti nel giro di un’ora. Nessuno sconto nemmeno se si sceglie l’autobus. Come fa notare La Repubblica, un Flixbus da Torino a Brindisi arriva a costare 160 euro. Otto euro per ciascuna delle 20 ore di viaggio che i temerari passeggeri affronteranno per tornare dalle proprie famiglie. Per andare a Palermo dal capoluogo piemontese ci vogliono 272 euro. Che è all’incirca il prezzo di un volo diretto da Milano a New York in primavera.

Le proteste: «Tornare a casa è diritto allo studio»

Anche quest’anno sono tante le proteste per gli aumenti ritenuti ingiustificati. Sotto Palazzo Lombardia, alla stazione di Bologna e in quella di Foggia, gruppi di studenti hanno organizzato dei flash mob. Vestiti di Babbo Natale hanno distribuito finti biglietti dal costo di 20 euro. Perché, come recitava lo striscione che sventolava nella protesta a Milano: Vogliamo scendere! Perché il ritorno a casa è parte integrante del diritto allo studio. Ma il problema non riguarda solo gli studenti. Un lavoratore che da Milano va in Sicilia rischia di spendere oltre il 20% del proprio stipendio mensile per l’andata e il ritorno. Ammesso che guadagni la RAL media della città: 37 mila euro l’anno.

Sono tre anni che non torno a casa a Natale

«Sono tre anni che io e la mia compagna non scendiamo più a Palermo per le feste», dice Marcello M. a Repubblica. Trent’anni, vive e lavora precariamente a Genova. Asia De Matteis vive e studia Medicina a Pavia, ma è originaria di Lecce. Ha prenotato a ottobre – ma l’avrebbe fatto prima se l’Università le avesse fatto sapere con maggiore anticipo le date di esami e lezioni – e se l’è cavata con 300 euro tra andata e ritorno. Esami che dovrà fare tutti a ridosso l’uno dell’altro, per poter conciliare lo studio e le tasche. «Serve un tetto nazionale al prezzo per tutte le categorie di fuorisede: studenti e lavoratori», suggerisce la studentessa

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