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Daisy Osakue e il racial profiling: «Entro in un negozio e vengo seguita dalla sicurezza, è difficile capirlo»

17 Dicembre 2024 - 06:18 Alba Romano
daisy osakue
daisy osakue
A volte, rivela, si sente gli occhi addosso

Daisy Osakue, primatista italiana del lancio del disco, è stata fermata domenica 15 dicembre dagli addetti della security all’Apple Store di via Roma a Torino. Dopo il video su Instagram in un’intervista al Corriere della Sera dice che le ha dato fastidio «il preconcetto che nasce dalla diffidenza nei confronti della diversità. Il “racial profiling” resta diffuso; non si basa sui fatti ma sui preconcetti. Succede a me e anche a tantissimi ragazzini e ragazzine». A volte, rivela, si sente gli occhi addosso «quando entri in un negozio e vieni seguita dalla sicurezza tra le corsie. Sono esperienze difficili da spiegare».

Lo zaino

E aggiunge: «Quando vado in un supermercato dove non mi conoscono, mi tolgo sempre lo zaino e lo lascio all’entrata perché so che può esserci sempre qualche “fenomeno” che pensa di fare il gradasso». Poi rievoca l’episodio del 2018, quando è stata colpita a un occhio da un uovo lanciato da alcuni ragazzi: «Quella era stata una bravata, non c’entra nulla; non voglio più ricordarlo, non collegate gli episodi». Mentre domenica «ho preso l’adattatore per il telefono e mentre scendevo al piano terra per altri acquisti sono stata bloccata da un addetto alla sicurezza che mi dice: “Devi pagare prima di andare via”. Non me l’aspettavo, mi sono spaventata. Così ho chiesto: “In che senso? Posso pagare sotto”. Lui ribadisce che devo pagare al piano superiore e mi indica dove andare; peccato fosse la zona ritiro dei prodotti ordinati».

L’episodio

A quel punto «in tanti hanno assistito, tutti mi fissavano, mi sono sentita umiliata, a disagio, piccola piccola. Così mi sono irritata: “Siamo seri, guardiamoci in faccia, hai bloccato me e non altri con cose in mano, perché?”. Lui si è giustificato dicendo: “Sto facendo solo il mio lavoro”. E io: “Immagino perché mi abbia fermata ma ti faccio presente che stai facendo una figuraccia”». E ha mostrato il tesserino della Guardia di Finanza e gli ha detto: «Ti è andata male, gli ho detto, hai bloccato l’unico militare di colore e l’hai fermato perché credevi che stessi rubando. Non ha più detto niente». Poi è arrivata una dipendente della Apple «e ha confermato che avrei potuto pagare in entrambi i piani. Non è stato bello dover far vedere il tesserino per dimostrare che sono una brava persona; lo sono a prescindere, non solo perché sono un militare».

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