Il ministro Crosetto e la missione di peacekeeping per l’Italia dopo la tregua in Ucraina: «Sarà corposa ma non europea»
Il ministro della Difesa Guido Crosetto dice che con la tregua in Ucraina arriverà una missione di peacekeeping per l’Italia. Anche se questa per ora «è un’ipotesi. Non so se vera. Nessuno è nella testa di Putin». Poi spiega: «Io ho ripreso Meloni e Tajani. Le truppe italiane sono sempre messe a disposizione per preservare la pace. Se ci sarà la necessità di una forza multinazionale, ci saremo. Come per il Libano e Gaza, siamo pronti per l’Ucraina». Crosetto prevede «una missione corposa». Che non sarà «europea» perché «non sarebbe accettata dalle parti. Dovranno essere truppe Onu. Se richiesti, saremmo lieti di dare il nostro contributo».
Le spese militari
Nell’intervista rilasciato oggi a Repubblica sul 2% del Pil da riservare alle spese militari voluto da Trump Crosetto dice che «il primo a chiederlo fu Obama. Ce lo chiedeva l’America di Biden, ce lo chiederà, con maggiore forza, Trump. Ci dirà: tenete alla vostra sicurezza? Non può essere solo un problema che riguarda le tasse dei contribuenti americani. Se ci tenete, dimostratelo. E tutti i premier italiani hanno assicurato formalmente questo impegno: Letta, Renzi, Conte 1 e 2, Draghi e Meloni. Il problema è un altro…». Ovvero che «tutti i Paesi Nato puntano a spese militari al 2,5%, al 3%. Noi siamo all’1,57%. Abbiamo aumentato le spese, anche se non quanto speravo. Ciò detto, il 2% va raggiunto. Non perché ce lo chiede la Nato, ma per essere pronti: se subissimo un attacco come Israele, dovremmo essere in grado di difenderci. Oggi siamo più indietro degli altri».
Il 2,5%
Secondo Crosetto «Trump, al vertice Nato di luglio 2025, chiederà di arrivare almeno al 2,5%. E ce lo chiederà per ieri, non per domani. Vedo ansia sul fatto che il Presidente Usa minacci di uscire dalla Nato, ma non so se lo farà. Penso piuttosto che dirà: è fuori dalla Nato chi non si adegua all’aumento delle spese militari. E questo scenario, per noi, sarebbe ben peggiore». Poi parla del grande reset di Meloni: «Non lo farebbe mai. Non è nel suo dna fare scelte per calcolo personale. Finché la maggioranza sta in piedi, lei la tiene in vita, con maggiore, certosina, pazienza di prima. Solo se la maggioranza non regge più, ne prenderà atto».
Gli stipendi dei ministri
Infine Crosetto spiega nel colloquio con Tommaso Ciriaco perché ha chiesto l’annullamento degli stipendi per i ministri non parlamentari: «Perché il principio era totalmente giusto, visto che chi fa lo stesso lavoro deve essere pagato allo stesso modo. Ma non aveva senso mantenerlo per far crescere una polemica che ruota attorno a pochissime persone che non sono parlamentari».