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«C’è chi ci mette la faccia, io la panza»: il dietologo che pesa 150 chili spiega perché sa curare chi è obeso

17 Dicembre 2024 - 06:46 Alba Romano
michele amenta dietologo
michele amenta dietologo
Michele Amenta: «Apro gli occhi alla gente, turlupinata da stregoni che nessuno controlla»

Michele Amenta, 58 anni, è alto un metro e 68 e pesa 150 chili. Ma è un dietologo e sui social è diventato popolare per i suoi video sul dimagrimento. «Sa, non salgo spesso sulla bilancia… Ma i vestiti parlano: 4 chili di grasso equivalgono a una taglia in più», dice oggi in un’intervista al Corriere della Sera. Su TikTok ha sfruttato proprio queste sue caratteristiche: «Mi sono fatto inquadrare dal basso verso l’alto, per far risaltare le mie grazie patologiche. C’è chi ci mette la faccia, io la panza». Lui, vuole far sapere, ha uno scopo nobile: «Apro gli occhi alla gente, turlupinata da stregoni che nessuno controlla», spiega a Stefano Lorenzetto.

I personal trainer senza laurea

Amenta si riferisce a tante categorie: «Personal trainer senza laurea. Diplomati in scienze motorie che si esercitano sui pazienti: concedono un giorno a settimana di cibo a volontà e così li costringono a pagare cure che durano anni. Farabutti! Lo sanno o no che la dieta è un atto medico?». Lui è medico chirurgo «da 32 anni. Con due specializzazioni: malattie infettive e parassitologia. E un passato negli ospedali Casa del Sole e Ingrassia di Palermo e Cimino di Termini Imerese». Anche se lo rimproverano «di essere un dietologo grasso. Per questi bulli lo strabico non può fare l’oculista e lo zoppo l’ortopedico. È body shaming, li denuncio». Sui social ci sta perché «amo il mio prossimo. Altrimenti non accetterei di diventare, da gennaio, anche medico di base. Da infettivologo curavo i malati di Aids».

Amenta il giovane

Da giovane, rivela, «ero atletico e bello. Pesavo 60 chili. Dovrebbe chiederlo a mia moglie, che è bellissima. Praticavo nuoto semiagonistico e tennis. I cattivi dicono: “L’obesità se l’è cercata”. Cialtroni! Non è vero. È multifattoriale». In questo «c’entrano gli errori alimentari, che sono di qualità e di quantità. Esempio: mangio l’anguria e penso di non ingrassare perché è ricca di acqua. Ma una fetta pesa 600 grammi e ha 180 calorie. I nemici mi contestano le tabelle caloriche, dicono che le mie sono vecchie e che le Larn ( Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana, ndr ) assegnano a 1 etto di anguria solo 15 calorie. Alt! Quelle valgono per il cocomero nostrano dalla scorza verde scuro. Ma da noi l’anguria più consumata è l’americana, che dà 30 calorie».

Pizza e rigatoni

Però l’hanno beccato con pizza e rigatoni: «Li guardavo, non li mangiavo. Me li portano i social media manager per esigenze sceniche quando girano i filmati. Vengo accusato di promuovere la pasta come alimento sano. Lo ribadisco: è sano. Siamo animali sì o no? Chi ha deciso come mangia il leone? La natura. L’uomo è onnivoro e per stare bene ha bisogno del 60 per cento di carboidrati, del 25 di grassi, del 15 di proteine. Abbasso le diete iperproteiche, low carb, chetogeniche. Danneggiano la salute. Le leggi naturali non si possono cambiare».

Diete iperproteiche, low carb, chetogeniche

La sua filosofia prevede: «Abbasso le diete iperproteiche, low carb, chetogeniche. Danneggiano la salute. Le leggi naturali non si possono cambiare». Un errore comune è il «condimento in eccesso. Formaggio e olio d’oliva richiedono parsimonia». È ossessionato dalle calorie, molti suoi colleghi no. «Sono il fulcro. L’obesità è la malattia di chi supera il fabbisogno calorico giornaliero. A quel punto il corpo mette da parte le calorie di troppo e le trasforma in grasso di riserva energetica. Per dimagrire devo bruciarle. Serve un deficit ca-lo-ri-co!». E teorizza che la pizza ha meno calorie della pasta. «Confermo: 250 per un etto. Ma sa quanto arriva a pesare una pizza al Sud? Mezzo chilo. Sono 1.250 calorie». Infine, il motivo per cui c’è qualcuno che si abbuffa ma non ingrassa: «Metabolismo basale alto. Lo eredita dai genitori. È ciò che il corpo brucia a riposo. Ma l’ambiente è obesogeno».

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