Nicola Lagioia e la querela di Valditara: «Un atto intimidatorio, crea un clima di paura»
Nicola Gioia ha ricevuto una querela per diffamazione dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. A causa del tweet del ministro accusato di sgrammaticatura. Lo scrittore ha parlato durante la trasmissione di Rai3 Chesarà di Serena Bortone. «Prendevo in giro lo stile di un tweet del ministro. Un tweet nebuloso, sgrammaticato, criticato non solo da me. Ma i miei toni erano pacati. Non ho insultato, mi sono mosso con leggerezza sul filo della presa in giro. L’ironia come forma di dialettica con il potere è il baluardo della democrazia», dice oggi Lagioia in un’intervista a Repubblica.
Una reazione esagerata
Lagioia parla di reazione esagerata nel colloquio con Raffaella De Santis: «Atti del genere creano un clima di paura. Ho parlato per paradosso, facendo notare che in Italia ci sono stranieri che padroneggiano l’italiano in maniera splendida e che se dovessero sottoporsi a un test lo supererebbero meglio del ministro. Mi chiedo che cosa lo abbia offeso. Sentirsi paragonato a uno straniero? Senza considerare che non ci sarebbe nulla di male a sottoporsi a un test di italiano, soprattutto alla luce dell’ultimo rapporto Ocse sull’analfabetismo di ritorno».
Dario Fo
Lagioia ricorda che nella motivazione per il Nobel a Dario Fo «si diceva che era andato a chi “nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati”. E gli umiliati sono gli stranieri. Credevo fosse lecito criticare il potere». Quelli del ministro, come quelli di Meloni e Salvini nei confronti di Saviano, «sono atti intimidatori, segno di una permalosità altissima. Se si dovessero querelare tutte le persone che criticano il governo ed esprimono il dissenso mi chiedo dove arriveremmo». Mentre riguardo la sospensione di Christian Raimo, «non so capire se ci sia dietro un disegno. Certo stiamo assistendo a un attacco violento contro scrittori. Siamo considerati dal governo nemici politici e la cosa è allarmante. Immaginate Moro, Cossiga o Andreotti che querelano uno scrittore?».
Il tweet
Il ministro ha consultato due linguisti, Giovanni Gober e Massimo Arcangeli, che sostengono la correttezza grammaticale del suo tweet: «Eppure lo stesso ministro in un successivo tweet aveva preso le distanze da quel tweet ammettendo che era poco rigoroso perché dettato al telefono. Il mio voleva essere il parere di uno scrittore. Nella mia carriera non ho mai pensato di denunciare chi mi stroncava, ho sempre ritenuto che si trattasse di un libero esercizio di critica. Vorrei inoltre far notare la sproporzione delle parti in causa: un ministro contro un normale cittadino. Entrare così nella vita delle persone è disdicevole. Ma forse tanta aggressività nasconde una grande debolezza».