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Nicolas Sarkozy condannato a tre anni di carcere (di cui uno con braccialetto elettronico)

18 Dicembre 2024 - 16:54 Alba Romano
nicolas sarkozy condannato
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La sentenza della Corte suprema francese è definitiva. All'alba dei 70 anni è ritenuto responsabile di corruzione e traffico d'influenze

L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato condannato in via definitiva a tre anni di carcere di cui uno senza la condizionale e con un braccialetto elettronico, per corruzione e traffico d’influenza. Si tratta della prima volta in Francia in cui un ex capo di Stato viene condannato così pesantemente. A essa si aggiungono anche tre anni di ineleggibilità. La Corte suprema francese ha quindi respinto il ricorso presentato dall’ex presidente. Lo staff legale di Sarkozy ha annunciato il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. «Nicolas Sarkozy si conformerà ovviamente alla sanzione imposta, che è ormai definitiva» ha dichiarato all’Agence France Presse Patrice Spinosi, legale di Sarkozy. «nelle prossime settimane si rivolgerà alla Corte europea, come è ormai suo diritto, per ottenere la garanzia dei diritti che i giudici francesi gli hanno negato», ha aggiunto. Ora Sarkozy, 69 anni (di cui 70 a breve) si troverà davanti a un giudice per l’esecuzione della sentenza e per conoscere i termini per il braccialetto elettronico. Potrebbe anche chiedere di non scontare questo periodo.

«Bismuth», il caso per cui è stato condannato Sarkozy

Sarkozy è stato riconosciuto colpevole di aver allacciato nel 2014, insieme con il suo storico legale Thierry Herzog, un «patto di corruzione» con Gilbert Azibert, alto magistrato alla Corte di Cassazione, perché questi gli comunicasse informazioni e tentasse di influenzare i magistrati su un ricorso che lo riguardava nel caso Bettencourt. In cambio dell’aiuto al giudice è stato promesso uno posto onorario nel principato di Monaco. Sia Sarkozy, che Thierry e il giudice hanno sempre respinto le accuse. Anche perché, a sostegno della loro tesi, non ci sarebbe il traffico di influenze perché la toga non ha mai ottenuto il posto desiderato.

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