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Usa, ricoverato primo paziente grave di influenza aviaria. Il Cdc: «È una nuova variante»

18 Dicembre 2024 - 18:36 Antonio Di Noto
influenza aviaria primo caso grave
influenza aviaria primo caso grave
Sono 61 i casi negli esseri umani dall'inizio dell'anno nel Paese. Secondo il Cdc il rischio di epidemia umana rimane basso, ma tra gli uccelli selvatici l'H5N1 è ormai diffusissimo

Negli Usa è stato registrato il primo caso grave di influenza aviaria. Un paziente è stato ricoverato in un ospedale della Louisiana dopo essere stato a contatto con alcuni uccelli malati e in alcuni casi già morti. Si tratta del primo caso in cui il contagio legato a volatili tenuti in cattività a livello domestico, fa sapere il Centers for Disease Control (Cdc), importante organismo di controllo sulla sanità pubblica del Paese. Il virus contratto dal paziente è una versione diversa da quella che si è diffusa finora nelle popolazioni di bovini da latte e pollame negli Stati Uniti.

Oltre 60 persone contagiate dall’aviaria negli Usa

In totale sono 61 i casi di influenza aviaria registrati negli Usa dall’inizio dell’anno. Negli scorsi mesi, è stato dimostrato che il virus è in grado di effettuare salti di specie, ad esempio dai bovini agli esseri umani. La maggior parte (37) è dovuta al contatto con bovini da allevamento. Un terzo (21) sono dovuti al contatto con pollame da allevamento mentre due con altri animali. Di altri due casi non è nota l’origine, lasciando aperta l’ipotesi non confermata che il virus dell’aviaria possa trasmettersi da un essere umano all’altro dopo aver già fatto il salto da uccelli a mammiferi. La trasmissione tra due esseri umani potrebbe essere il preludio di un’evoluzione del virus dell’influenza aviaria. Secondo gli esperti del Cdc, il rischio rimane attualmente basso. Ma secondo una ricerca della Società Europea di Cinica Microbiologica e le Malattie Infettive (ESCMID) sarà proprio una forma di influenza a causare la prossima pandemia.

Quanto è diffusa l’influenza aviaria negli Usa

Negli ultimi mesi, si è verificata una vera e propria epidemia di influenza aviaria negli Usa. All’interno del Paese si sono sviluppate varianti autoctone del virus H5N1. La sua diffusione è facilitata dalle condizioni di vita e della bassa varietà genetica degli animali negli allevamenti intensivi. Le mutazioni hanno reso più semplice per il virus infettare animali selvatici e diffondersi anche tra i mammiferi: oltre ai bovini, gatti, volti, lontre, foche, leoni marini, linci e puma. Secondo il Cdc, negli allevamenti bovini si può parlare di «diffusi focolai in più Stati». Tra gli uccelli selvatici il virus è ormai «diffuso». Negli allevamenti ci sono «sporadiche infezioni», così come nei mammiferi. Attualmente non sono stati confermati casi di trasmissione tra esseri umani.

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