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Il piccolo Ivan, partorito in strada dalla madre e poi abbandonato: la gravidanza invisibile, il salvataggio, l’addio in ospedale

19 Dicembre 2024 - 09:20 Antonio Di Noto
ivan palermo parto in strada
ivan palermo parto in strada
A Palermo, quella che poteva essere un tragedia si è trasformata in una storia a cui persino i medici stentano a credere

L’altro ieri a Palermo, le urla provenienti dalla strada hanno attirato l’attenzione di un residente di via Gaspare Mignosi. Ma quando l’uomo si è affacciato alla finestra, non si è trovato di fronte all’aggressione che pensava si stesse consumando qualche metro più in basso. In strada c’era una donna in piedi; intorno a lei i pezzi di cartone sporchi di sangue che inondava il marciapiede mentre lei partoriva in strada. La stessa strada dove aveva vissuto nove mesi di gravidanza, senza un esame o un controllo, senza chiedere aiuto agli ospedali, senza abortire. Dal balcone l’uomo si è affrettato a chiamare i soccorsi. Ma quando il 112 e il 118 sono arrivati del parto era rimasto solo una pozza di sangue.

Le ricerche

Da lì sono partite le ricerche per trovare la madre, una donna uruguaiana di quarant’anni senza fissa dimora; e il figlio appena nato: Ivan, come la madre l’ha subito battezzato. Ci sono volute due ore per trovarli entrambi raggomitolati in un giaciglio di fortuna all’interno di un cantiere di Via Antonio Ugo. «Quando l’abbiamo trovata era stravolta, coperta da una montagna di cartoni e vestiti sporchi di sangue, faticava a parlare», ha raccontato all’edizione palermitana di Repubblica Federica Ignaccolo, agente scelta che assieme al collega Giacomo Lo Cicero ha trovato la donna salvandole la vita. «Mi ha guardato negli occhi ed è riuscita a dirmi solo: “Aiutami, aiuta mio figlio”. Ho cercato il bambino, era sotto il cumulo di vestiti, con il cordone ombelicale ancora attaccato», ha ricostruito la poliziotta. Ivan era gelido; la madre stravolta ma invisibile come lo era stata nei nove mesi precedenti.

L’ospedale

I due sono stati portati d’urgenza all’ospedale Buccheri La Ferla dove per la prima volta dal parto sono stati separati tagliando il cordone ombelicale. «Si chiama Ivan». La madre l’aveva detto agli agenti e lo ha ripetuto a medici e infermieri. Dopo, la donna è stata trasferita nel reparto di ostetricia, mentre Ivan è stato sottoposto a esami e controlli nel reparto di neonatologia che sono duranti fino a ieri per scongiurare problemi che durante la gravidanza avrebbero potuto non emergere. Pesa due chili e mezzo e sta bene. Quello di Ivan, per i medici, è un «mezzo miracolo di Natale». Dopo qualche ora, la mamma provata dal parto e da una vita di stenti è uscita dal reparto di ostetricia per fare visita a suo figlio. Lo ha accudito per un po’ e poi se n’è andata. Anche questa volta invisibile, senza dire nulla a nessuno. Ieri è tornata al pronto soccorso dell’ospedale per farsi visitare a un giorno dal parto. Terminati i controlli è ripartita, questa volta senza tornare da Ivan.

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