Putin apre ai negoziati di pace: «Ma solo dopo nuove elezioni a Kiev. Con l’Italia? Simpatia reciproca nonostante tutto grazie a Berlusconi»
«Noi siamo pronti a negoziati e compromessi, ma abbiamo bisogno che anche gli ucraini lo siano». È questo uno dei passaggi salienti del discorso di fine anno di Vladimir Putin. «La situazione sul terreno è cambiata drasticamente e la Russia è vicina al raggiungimento dei suoi obiettivi prioritari», ha aggiunto il leader del Cremlino nel lungo intervento tenutosi come da tradizione negli ultimi giorni di dicembre. Mentre si svolge il Consiglio Europeo e i leader del Vecchio Continente ipotizzano scenari di pace tra Russia e Ucraina, il presidente russo si è detto pronto a incontrare il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, a patto che sia «legittimo».
L’interlocutore «legittimo»
«La Russia è pronta a firmare accordi di pace con qualsiasi autorità legittima in Ucraina, persino con Volodymyr Zelensky, ma le attuali autorità di Kiev non sono legittime», ha dichiarato Putin. «Se ci saranno elezioni – ha aggiunto lo zar – se qualcuno diventerà legittimo, parleremo con tutti, incluso Zelensky. Se l’Ucraina vuole davvero intraprendere il cammino verso una soluzione pacifica, può certamente farlo. Ma possiamo firmare accordi di pace solo con chi è legittimo. E la Rada – il Parlamento ucraino – e il presidente della Rada sono legittimi»
Kaja Kallas: «Leader Ue non propongano pace vuota a Zelensky»
Con il suo discorso, il presidente della Russia sembra smentire i presupposti tracciata dall’Alta rappresentante Ue per gli affari esteri estera Kaja Kallas, che in vista del vertice europeo ha invitato i capi di Stato e di governo dei 27 e non proporre piani di pace a Zelensky se questi non sono compatibili con le intenzioni della Russia. «Non ha senso spingere Zelensky a parlare quando Putin non vuole parlare. Non possiamo parlare di forze di pace quando non c’è pace. E perché non c’è pace? Perché la Russia non vuole la pace», ha dichiarato la politica estone in un’intervista al Financial Times.
La pace sembra più vicina
Ma più che all’Europa, Putin sembra guardare alla mediazione degli Usa, dicendosi pronto a incontrare il presidente eletto Donald Trump. Proprio nelle ore successive all’ammissione di Zelensky: «Non abbiamo la forza per riprenderci Donbass e Crimea». Così tutte le parti sembrano allinearsi. Trump non è intenzionato a fornire aiuti all’Ucraina ancora per molto: anche se piuttosto che interromperli bruscamente come vorrebbe Elon Musk potrebbe ridurli gradualmente come propone l’inviato speciale Keith Kellog. Putin sembra convinto a interrompere un’invasione che si è rivelata più lunga del previsto. Zelensky non dovrebbe più dipendere da ingenti aiuti per continuare a difendersi e l’Unione Europea non dovrebbe sostenere l’Ucraina senza il supporto degli Usa. Difficilmente i «compromessi» di cui parla Putin escludono la cessione di almeno una parte di quel 20% di suolo nazionale che i russi hanno occupato in Ucraina. Il leader del Cremlino vi si riferisce parlando Donbass e Novorossiya («Nuova Russia»), dicendo che Mosca è «pronta a ricostruire». Mosca ha «i fondi e la forza per ricostruire», ha aggiunto Putin, specificando di aver già completato «21 mila strutture».
«L’attentato a Kirillov è stato un grave errore»
Ma intanto il conflitto prosegue. Nella mattinata del 17 dicembre, a Mosca, in viale Ryazansky è stato ucciso il generale russo del nucleare Igor Kirillov con un ordigno piazzato in un monopattino posizionato vicino all’edificio da dove il generale è uscito. Kiev ha rivendicato l’atto e Putin non usa mezzi termini per definirlo il risultato di «gravi errori» dell’intelligence russa. «Significa che le nostre forze dell’ordine e i nostri servizi speciali lasciano passare questi colpi, dobbiamo migliorare questo lavoro e non permettere errori così gravi», ha affermato Putin.
La simpatia per l’Italia e l’amicizia con Berlusconi
Nel suo discorso, Putin ha trovato spazio per un complimento all’Italia e un ricordo all’amico Silvio Berlusconi. «Nonostante quello che succede ora, noi percepiamo nella società italiana una certa simpatia per la Russia, così come noi l’abbiamo per l’Italia», ha dichiarato il leader del Cremlino attribuendo i buoni rapporti tra Roma e Mosca al suo rapporto con il Cavaliere. Una persona – ha detto Putin – «molto calda nei rapporti, molto operosa, molto tenace» che «ha fatto molto per i rapporti tra Italia e Russia». Se ne avesse la possibilità, con lui il presidente russo si siederebbe a bere un tè, così come farebbe con l’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl e l’ex presidente francese Jacques Chirac.
December 19, 2024
La caduta di Assad in Siria non è una sconfitta per la Russia
Nel discorso vengono menzionate anche la Siria e la caduta del regime di Bashar al-Assad, sovvertito dai ribelli. L’ex dittatore della Siria ora si trova a Mosca, nel Paese che lo ha sempre sostenuto. Ma Putin non considera la sua fuga una sconfitta. «Siamo intervenuti in Siria dieci anni fa per evitare che un focolaio terroristico emergesse in quel paese. Nel complesso, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo», dichiara il leader del Cremlino contraddicendo proprio Assad, secondo cui adesso il Paese mediorientale è «in mano ai terroristi». Poiché l’obiettivo è stato raggiunto, la Russia sta evacuando 4 mila combattenti iraniani dalla Siria «su loro richiesta» e si interroga su cosa fare delle proprie basi militari. Chi se ne deve andare, aggiunge Putin, è Israele, che secondo lo zar è «il maggior beneficiario della crisi in Siria».
Immagine di copertina: EPA / YURI KOCHETKOV