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Riccione, muore il padre e inizia ad andare male a scuola: non ammesso alla maturità. Vince il ricorso al Tar, ma i prof lo bocciano

19 Dicembre 2024 - 22:56 Ygnazia Cigna
Ora lo studente del liceo scientifico di della città romagnola ha deciso di cambiare istituto

Uno studente del liceo scientifico Volta di Riccione ha vinto una battaglia legale contro la scuola per ottenere l’ammissione all’esame di maturità, dopo un grave lutto che gli ha segnato la vita. Dopo la morte del padre, il ragazzo ha vissuto un percorso scolastico segnato da difficoltà, ma la sua famiglia ha contestato con un ricorso al Tar di Bologna la decisione dell’istituto di non farlo passare all’esame di Stato. E l’ha vinto. Se lo studente è stato riammesso grazie alla decisione dei giudici, gli insegnanti hanno però deciso di bocciarlo all’esame. La vicenda inizia poco meno di due anni fa, quando il ragazzo viene colpito da un tragico lutto: la morte improvvisa del padre. Un evento che segna profondamente la sua vita, ma che, secondo gli avvocati della famiglia, sarebbe stato ignorato dalla scuola. Nonostante il trauma subito, infatti, il giovane non avrebbe ricevuto il supporto psicologico necessario in quel periodo, come previsto dalle normative in tema di bisogni educativi speciali (Bes): «La cosa che ci sta più a cuore spiegare è che non ha ricevuto il supporto psicologico adeguato né ha usufruito di programmi specifici per gli studenti che hanno subito questo tipo di choc, come invece andava fatto», hanno riferito i legali.

Il rendimento scolastico e la batosta in quinta liceo

La perdita del padre inizia così a incidere sull’andamento scolastico del ragazzo. Durante il quarto anno, il rendimento subisce un duro colpo, ma, nonostante qualche difficoltà, riesce comunque a chiudere con la promozione, lasciandosi alle spalle alcune materie da recuperare. È con l’inizio del quinto anno, però, che la situazione si complica ulteriormente. I voti in diverse materie crollano e lo studente è costretto a fermarsi per alcuni giorni. Dopo un confronto con la scuola, il ragazzo viene riammesso in classe. Con il ritorno tra i banchi, lo studente si rimette sotto e sembra riuscire a recuperare il terreno perso in alcune discipline. Ma, a fine anno, arriva comunque la batosta: la scuola decide di non ammetterlo all’esame di maturità. È qui che entra in gioco la famiglia.

La battaglia legale

Assistita dai legali Fabio Rossi e Claudia Chironi, la famiglia presenta ricorso al Tar di Bologna contestando due aspetti fondamentali: la violazione delle normative sui bisogni educativi speciali, con la mancata adozione di un piano didattico personalizzato e l’assenza di corsi di recupero adeguati, e la carenza di motivazione da parte della scuola nel rifiuto dell’ammissione, oltre alla disparità di trattamento rispetto ad altri casi simili. Secondo gli avvocati, la media complessiva del ragazzo al termine dell’anno era superiore al 6, un dato che, a loro avviso, non giustificava l’esclusione dall’esame di maturità. A seguito del ricorso, il tar di Bologna emette una sentenza a favore dello studente, sospendendo la decisione della scuola. Dati i tempi dilatati a causa del procedimento, il ragazzo parteciperà alla sessione straordinaria di settembre. Arriva il giorno dell’esame. Infine, il verdetto: bocciato. A quel punto, il ragazzo ha incassato e deciso di cambiare scuola.

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