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Processo Open Arms: Salvini è stato assolto da tutte le imputazioni perché il fatto non sussiste

20 Dicembre 2024 - 19:44 Ugo Milano
matteo salvini sentenza open arms
matteo salvini sentenza open arms
Il vicepremier era accusato di sequestro di persona plurimo e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 persone

Matteo Salvini è stato assolto da tutte le imputazioni nel processo Open Arms perché il fatto non sussiste. La sentenza è arrivata alle 19.40 di venerdì 20 dicembre. Il leader della Lega era accusato di sequestro di persona plurimo e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 persone migranti, tra le quali diversi minori, per 19 giorni. La procura di Palermo aveva chiesto una condanna di sei anni di carcere per l’allora ministro dell’Interno, che già questa mattina era nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo nell’ultima udienza del processo. Intorno alle 11.30 i giudici si sono riuniti in camera di consiglio per decidere sui fatti avvenuti nell’agosto del 2019. Il procedimento giudiziario è iniziato il 15 settembre del 2021 e in questi tre anni sono state celebrate 24 udienze e sono stati ascoltati 45 testimoni.

Open Arms, la sentenza su Salvini: il contesto, le tappe e il processo

La vicenda

Dopo il salvataggio delle persone migranti – in tre distinte operazioni – da parte della Open Arms, l’equipaggio della imbarcazione chiede l’assegnazione di un porto sicuro all’Italia e a Malta: è la prima di una serie di istanze in tal senso, ma, come risposta, riceve il divieto di ingresso in acque italiane da Salvini che si muove in accordo con i colleghi 5 stelle della Difesa e dei Trasporti. Inizia il braccio di ferro con Open Arms: i legali della ong fanno ricorso al tribunale dei minori chiedendo lo sbarco dei migranti non ancora maggiorenni e presentano la prima denuncia. La nave intanto naviga verso Lampedusa e continua a chiedere l’assegnazione del porto sicuro. Contro il no del Viminale, Open Arms ricorre al Tar del Lazio, che sospende il divieto di ingresso.

Dopo due giorni, quando il governo Conte 1 comincia a scricchiolare, l’organizzazione spagnola presenta un esposto alla Procura di Agrigento sostenendo che, a dispetto della decisione del giudice amministrativo, Salvini continua a negare l’ingresso nelle acque italiane. Nel frattempo la situazione a bordo è ingestibile: i migranti, in condizioni igienico-sanitarie precarie da ben 18 giorni, sono allo stremo. Il 20 agosto, dopo 19 giorni, arriva l’autorizzazione a sbarcare per le 83 persone migranti ancora sulla nave umanitaria (40 erano state evacuate in precedenza per problemi sanitari e psicologici, 16 in qualità di parenti-accompagnatori, mentre a 27 minori era stato consentito di scendere dall’imbarcazione). La decisione era arrivata dall’allora procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, dopo essere salito a bordo per un’ispezione medica allo scopo di verificare le condizioni fisiche e psichiche.

L’inchiesta

La Procura di Agrigento avvia accertamenti e iscrive Salvini nel registro degli indagati per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio in concorso con il suo capo di Gabinetto Matteo Piantedosi. Per competenza le carte vengono trasmesse ai pm di Palermo, che poi formula l’imputazione per Salvini mentre archivia per Piantedosi. Dopo l’autorizzazione a procedere ricevuta dal Senato, il 17 aprile 2021 il gup Lorenzo Jannelli dispone il rinvio a giudizio. Il 15 settembre 2021 comincia il processo. Un dibattimento, andato avanti per oltre tre anni e 24 udienze. Il 14 settembre la Procura chiede la condanna di Salvini a 6 anni di carcere per «l’intenzionale e consapevole spregio delle regole e diniego consapevole e volontario verso la libertà personale di 147 persone», dicono i pm Gery Ferrara, Giorgia Righi e l’aggiunta Marzia Sabella.

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