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Processo Open Arms: l’assoluzione, l’abbraccio con Francesca Verdini e la gioia. Salvini: «Sono felice, difendere la Patria non è reato»

20 Dicembre 2024 - 20:26 Ugo Milano
salvini stupro bolzano
salvini stupro bolzano
I pugni chiusi alla lettura della sentenza, i cori e la commozione di Bongiorno. La reazione dell'aula dopo la pronuncia dei giudici di Palermo

Prima gli applausi dai banchi dove erano presenti diversi esponenti del centrodestra, poi l’abbraccio con la fidanzata Francesca Verdini che già gli aveva dedicato un post in giornata. Così l’aula bunker del carcere Pagliarelli ha accolto la sentenza di assoluzione nei confronti del vicepremier Matteo Salvini nell’ambito del processo Open Arms: per i giudici del Tribunale di Palermo il fatto non sussiste. Il leader della Lega ha stretto i pugni in segno di vittoria mentre i delegati del Carroccio intonavano cori: «Matteo, Matteo». Commossa l’avvocata Giulia Bongiorno. «Sono felice, difendere la Patria non è reato. Siete stati tutti bravi», ha detto Salvini. Che poco dopo ha anche aggiunto: «Chi pensava di usare i migrati per fare politica ha perso e torna in Spagna con le mani in saccoccia». La sentenza è arrivata alle 19.40 di venerdì 20 dicembre. Il leader della Lega era accusato di sequestro di persona plurimo e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 persone migranti, tra le quali diversi minori, per 19 giorni. I pm avevano chiesto una condanna di sei anni di carcere.

Bongiorno: «Assoluzione con formula piena»

All’esterno, parlando con i cronisti, Salvini ha aggiunto: «Ha vinto il concetto secondo cui difendere i confini e la patria, contrastare scafisti, trafficanti e ong straniere, e proteggere i nostri figli non è un reato, ma un diritto. Ci abbiamo messo un po’ però ci siamo arrivati. Vado avanti ancora più determinato di prima. Grazie all’avvocato Bongiorno e al suo incredibile staff – ha aggiunto il segretario del Carroccio -. Ringrazio i giornalisti che hanno seguito il processo e le migliaia di italiani che stavano aspettando una sentenza che non assolve solo me, ma assolve un’idea di Paese». L’avvocata Bongiorno, invece, ci ha tenuto a specificare: «È stata un’assoluzione con formula piena, c’è la prova piena che non sussiste alcun reato. Non è una sentenza contro i migranti, ma contro chi sfrutta i migranti».

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