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Usa, primo fiasco per Trump: la Camera boccia la proposta per evitare lo “shutdown”. 38 repubblicani votano con i dem

20 Dicembre 2024 - 13:15 Ugo Milano
donald trump terzo mandato
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Mike Johnson, speaker repubblicano della Camera, è al lavoro per risolvere l’impasse entro la mezzanotte di oggi

Nella serata di ieri, giovedì 19 dicembre, la Camera degli Stati Uniti ha bocciato un accordo per evitare lo shutdown, la paralisi parziale del governo federale a partire da sabato. Si tratta di una prima sconfitta per Donald Trump che, insieme al suo consigliere più fidato Elon Musk, aveva sostenuto il piano. I repubblicani, che hanno la maggioranza alla Camera, non hanno infatti raggiunto i due terzi dei voti richiesti per l’approvazione: trentotto membri del Grand old party hanno votato contro insieme a quasi tutti i democratici (secondo la Cnn 2 dem hanno votato a favore). Una mossa di fatto politica, e ricorrente nel clima di contrapposizione fra i partiti con un impatto sull’economia americana, che può dare una prima indicazione di come Trump non avrà vita facile alla Camera, sebbene i repubblicani abbiano la maggioranza. Mike Johnson, speaker repubblicano del ramo basso del Congresso, è ora al lavoro per risolvere l’impasse. Ha già chiamato i suoi per cercare di mettere a punto una misura che possa essere approvata e arrivare rapidamente in Senato, così da evitare la paralisi dalla mezzanotte di venerdì. L’intesa raggiunta dai repubblicani conteneva uno slittamento della data per il tetto del debito di due anni. Una disposizione che i democratici non hanno appoggiato poiché avrebbe significato perdere un’arma importante contro l’atteso taglio delle tasse di Trump, destinato a far aumentare il debito. 

La bocciatura di Trump (e Musk) al primo accordo

Il neo-eletto presidente e il suo first buddy avevano spazzato via il primo accordo bipartisan. In qualità di neo segretario al dipartimento per l’efficienza governativa, Musk aveva iniziato ad attaccare la legge e fare pressioni sui repubblicani a Capitol Hill minacciandoli perfino di essere esclusi dalle prossime elezioni di midterm nel 2026. «Non deve essere approvata, è piena di sprechi», si leggeva ieri su X. Una linea sposata, ma in un secondo momento, anche da The Donald che aveva definito il piano «un tradimento del nostro Paese». Le pressioni del patron di Tesla hanno offerto la sponda agli attacchi dei dem, che hanno definito l’uomo più ricco del mondo il vero «presidente ombra». A questo punto spettava a Johnson trovare una soluzione: lo speaker ha tenuto per tutto il giorno una serie di consultazioni frenetiche con i repubblicani del Congresso alla ricerca di un piano B. Che, una volta  concordato – e approvato dal tycoon – è stato bocciato dalla Camera.

Cosa succede con lo shutdown

Ora per evitare lo shutdown entrambe le Camere devono approvare un accordo entro la mezzanotte di oggi. In caso contrario verranno bloccate tutte le attività amministrative non essenziali, mentre i dipendenti dei vari dipartimenti vengono mandato in congedo non retribuito. L’Antideficiency Act, volta a prevenire spese in eccesso rispetto agli stanziamenti varati dal Congresso e indebitamenti da parte dei vari enti governativi, prevede infatti che in caso di mancata copertura finanziaria possono essere continuate solo le attività legate alla sicurezza della vita umana o alla tutela della proprietà. 

 

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