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Catania, bambino affidato al padre scappa da scuola e ferma la polizia: «Voglio la mamma»

21 Dicembre 2024 - 16:12 Ugo Milano
napoli sparatoria 18enne ferito alla testa
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Agli agenti aveva detto che si era perso durante una gita, ma all'arrivo della madre ha svelato il vero motivo della fuga: soffre perché non può vivere con lei. I giudici lo riconsegnano all'uomo, la donna ha fatto ricorso

È scappato dalla sua scuola di Catania e ha fermato per strada degli agenti della polizia facendo credere loro che si era perso durante una gita con la classe. Ma quando le forze dell’ordine hanno fatto arrivare la madre, il minore di 14 anni ha svelato il vero motivo dietro la sua fuga: era fuggito per «il forte disagio di non potere vivere con lei». Infatti, il padre ha l’affidamento esclusivo del bambino. I giudici lo hanno riconsegnato all’uomo, ma la madre ha fatto ricorso.

La storia

L’episodio è avvenuto circa un mese fa per le strade della città siciliana. Ma si è venuta a sapere solo ora grazie a una nota diffusa dal legale della madre, l’avvocato Giuseppe Lipera. La donna ha infatti denunciato la scuola frequentata dal bambino per non avere adeguatamente vigilato sulla sua sicurezza. Nei momenti immediatamente successivi il ritrovamento, gli agenti avevano preso in custodia il piccolo e, dopo aver redatto un verbale, lo avevano riconsegnato alla donna. Nei giorni scorsi la sezione famiglia e minorenni della Corte d’appello di Catania, contro il parere espresso dalla Procura generale e dall’avvocato della madre, ha però confermato il collocamento del piccolo con il padre. L’avvocato Lipera ha denunciato il mancato accoglimento dell’istanza che ha «spinto la madre a ricusare i giudici», dichiarandosi «profondamente indignata per la mancata attenzione al superiore interesse del bambino». Secondo il legale sono diverse le problematiche messe in luce da questo caso: «dalla gestione della sicurezza all’interno delle scuole alla difficoltà delle istituzioni nel considerare i desideri e il benessere psicologico dei minori». «Il piccolo, ha spiegato Lipera, «ha manifestato la ferrea volontà di continuare a vivere con la madre», ma questo desiderio non è stato mai assecondato «né dalle istituzioni preposte né dalla scuola che frequenta». Ora l’episodio è entrato nel dibattito pubblico «e sarà compito della giustizia fornire risposte chiare e azioni concrete per evitare che simili episodi possano ripetersi in futuro», ha concluso l’avvocato.

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